Fa un certo effetto, in una calda, assolata ma splendida mattina di metà settembre, sentire risuonare, tra la statua di Cavour e il neo barocco umbertino del Palazzo di Giustizia, oggi Corte di cassazione, le note di Va' Pensiero e vedere un piccolo ma ispirato coro cantare l'inno verdiano. È un flashmob organizzato da Edoardo Sylos Labini, attore e regista ben noto ai nostri lettori, per promuovere le date del suo spettacolo, «Il Sistema»: a Roma, al Teatro Sala Umberto, dal 21 al 25 settembre e a Milano al Teatro Manzoni il 29 e il 30 settembre. La Corte di Cassazione, dai romani chiamato Palazzaccio, non è un fondale scelto a caso perché la pièce di Sylos Labini è tratta dall'omonimo best seller di Luca Palamara e di Alessandro Sallusti. «Faremo capire - ha detto il regista e attore dopo il flashmob - al pubblico cosa è successo negli ultimi 25 anni nel nostro Paese, come e perché sono caduti i governi e cosa è successo nel tessuto sociale. Senza una riforma della giustizia l'Italia non potrà mai decollare». Anche la presenza del coro, costituito dagli artisti del circolo Beniamino Gigli di Cultura identità, l'associazione fondata e presieduta da Sylos Labini, non è casuale. Il Sistema è quello soprattutto della collusione tra una parte della magistratura e la sinistra, quella sinistra che ha occupato militarmente da anni le istituzioni culturali, a partire dai teatri, anche quelli lirici. Infatti, se in un altro paese vi fosse stato l'equivalente del caso Palamara, il partito coinvolto sarebbe stato travolto dalla indignazione generale e la magistratura rivoltata come un calzino dal governo.
In Italia invece non è successo nulla di rilevante fino ad ora e il Pd non sembra averne risentito a livello elettorale - soprattutto nulla impedisce che possano ripetersi gli eventi denunciati dall'ormai ex magistrato. Una ragione in più per andare a vedere «Il Sistema».
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