"Il Comune di Modena sta affrontando una situazione non più sostenibile per quanto riguarda la gestione del flusso di arrivi di minori stranieri non accompagnati. È pertanto indispensabile ottenere il loro ricollocamento". Parole che non desterebbero sorpresa se arrivassero da qualche esponente di Lega o Fratelli d'Italia. Invece le ha scritte Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena iscritto al Partito Democratico, in una lettera indirizzata direttamente al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese per denunciare la gestione dei migranti.
Nella lettera, Muzzarelli invita la titolare del Viminale ad avviare "valutazioni e interventi da parte del ministero e del governo". E sottolinea che "Modena è una città accogliente, ma c'è un limite a tutto", dunque "è chiaro che i numeri sono così rilevanti da stravolgere l'intero sistema di accoglienza, con il rischio di innescare anche tensioni sociali nei contesti in cui sono collocati, oltre che nelle comunità d'accoglienza". Una frase che potrebbe essere applicata all'intero Paese. Le parole del primo cittadino della città emiliana sono state subito riprese da diversi esponenti della Lega, anche perché confermano che l'operato della Lamorgese sui migranti non ha sollevato malumori solamente nel centrodestra. "Perfino il sindaco Muzzarelli si è visto costretto a prendere carta e penna e scrivere al ministro Lamorgese per chiedere interventi urgenti", ha commentato il deputato del Carroccio Guglielmo Golinelli, che ha aggiunto: "Il rischio di tensioni sociali è alto. La titolare del Viminale batta un colpo: se non ne vuole proprio sapere di ascoltare la Lega, che da mesi denuncia la ripresa dell'invasione di clandestini in Italia, ascolti almeno l'appello accorato del primo cittadino di Modena, che è del Pd". Anche Forza Italia interviene sulla vicenda, con le parole del senatore Enrico Aimi, coordinatore del partito in Emilia-Romagna: ""È suonata la sveglia anche per qualcuno in casa Pd. Meglio tardi che mai".
Da settimane Matteo Salvini e Giorgia Meloni chiedono un passo indietro della Lamorgese. Richieste che si sono fatte più insistenti dopo la disastrosa gestione della manifestazione contro il Green pass che ha invaso il centro di Roma il 9 ottobre, culminata nell'assalto e nella devastazione della sede romana della Cgil. Un'annotazione riservata della Digos ha poi rivelato che le autorità hanno sottovalutato il pericolo rappresentato dai militanti violenti di Forza Nuova e che il corteo verso la Cgil sarebbe stato permesso (dopo un accordo con le forze dell'ordine, ha rivelato l'avvocato di uno dei fermati), anche per alleggerire la situazione attorno a Palazzo Chigi.
Per questo, Giorgia Meloni si è scagliata contro l'ex prefetto di Milano, accusandola di "non aver fatto nulla" e di aver "volutamente permesso" che i neofascisti guidati da Giuliano Castellino arrivassero sotto la sede della Cgil. Non ci sono solo i migranti, dunque. E la Lamorgese, che martedì riferirà in Parlamento su ciò che il 9 non ha funzionato nel cordone di sicurezza, è sulla graticola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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