![Insulti e minacce, altri sfregi alle foibe](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/10/1739165031-ajax-request.jpg?_=1739165031)
In occasione della Giornata del ricordo per le vittime delle foibe e per l'esodo giuliano dalmata si scatena l'odio anti italiano di chi, a distanza di ottant'anni, non è ancora in grado di fare i conti con la storia. Tra scritte ingiuriose, monumenti imbrattati, atti vandalici e revisionismo storico sono purtroppo numerosi gli episodi con cui viene infangata la memoria dei martiri delle foibe. Se il caso delle scritte ingiuriose in slavo all'ingresso del monumento alla foiba di Basovizza ha fatto indignare, non mancano ulteriori fatti altrettanto gravi che si sono verificati nella giornata di ieri.
In corso Cincinnato a Torino sono comparsi insulti scritti a vernice davanti alla targa in memoria dell'esodo e delle foibe a poche ore dalla fiaccolata degli esuli istriani organizzata dal comitato Torino Ricorda come denunciato dall'assessore regionale all'Emigrazione Maurizio Marrone e dal vicecapogruppo alla Camera di Fdi Augusta Montaruli. «Oltraggiare la targa degli esuli del Villaggio Santa Caterina, in corso Cincinnato, non vuol dire solo calpestare il ricordo dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare l'intera nazione» spiegano Marrone e la Montaruli.
Anche a Cagliari sono comparse scritte nel parco Martiri delle foibe come riportato dal deputato Salvatore Deidda: «Purtroppo neanche Cagliari viene risparmiata dall'azione scellerata e incivile di imbrattare i beni pubblici con le offese ai martiri delle foibe da parte della sinistra e dell'estrema sinistra».
Lo stesso accade a Roma in Piazza Ragusa nel Municipio VII dove sono comparse scritte che «alimentano un clima d'odio che riporta a un passato doloroso» spiega il senatore Marco Scurria e, aggiunge la senatrice Lavinia Mennuni, si tratta di un «atto vandalico indegno». A Giulianova invece è stata imbrattata la sede che ospiterà oggi un evento in occasione del Giorno del ricordo con la scritta «morte al fascismo, libertà ai popoli» in slavo. Ad essere attaccato dalla sinistra è anche il senatore Roberto Menia, padre della legge che ha istituito il Giorno del ricordo, «colpevole» di presentare il suo libro nelle scuole.
In questo clima colpiscono le parole dello storico Eric Gobetti che, commentando le scritte davanti alla foiba di Basovizza, prima minimizza l'episodio: «Sarebbe anche il caso di ricordare che si tratta di una scritta cancellabile», poi si lascia andare a un complottismo di basso livello: «È davvero tanto improbabile immaginare un gesto provocatorio fatto ad arte da qualche italianissimo patriota nel giorno della visita di Mattarella a Gorizia e a poche ore dal Giorno del Ricordo?».
Gobetti interverrà oggi in un evento organizzato a Milano dall'Anpi alla Casa della memoria, proprio l'Anpi scrive un surreale comunicato in cui sostiene che l'atto vandalico a Basovizza «si ripercuote negativamente sia sulla comunità slovena che sugli antifascisti tutti» e se la prende con le «speculazioni politiche» e le «rivendicazioni nazionalistiche».
Evidentemente in certi mondi contigui alla sinistra non si può condannare e basta gli atti vandalici, non si può celebrare con rispetto il Giorno del ricordo ma occorre sempre trovare una giustificazione e dire una parola di troppo anche nel giorno in cui si ricordano migliaia di italiani massacrati.
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