Insulti alla Segre. "Archiviare Rubio"

Chiuse le indagini. In 12 verso il rinvio

Insulti alla Segre. "Archiviare Rubio"
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Chiusa l'inchiesta per le frasi d'odio contro Liliana Segre. La Procura di Milano ha notificato la chiusura delle indagini, in vista della richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di 12 persone accusate di minacce e diffamazione aggravate dall'odio razziale. Per altri 17 indagati, tra cui chef Rubio, i pm hanno chiesto l'archiviazione. In questi giorni tra l'altro, per la proiezione del documentario Liliana, nuove offese e minacce sono state scritte sui social, prendendo di mira la senatrice a vita. Segre era «così provata» che mercoledì «ha rinunciato a partecipare a una iniziativa al Memoriale della Shoah di Milano per il Giorno della memoria», riferisce il presidente del Memoriale, Roberto Jarach. E il figlio della senatrice, Luciano Belli Paci: «Mia madre è molto stanca, essendo una persona di 94 anni. Aveva già deciso di ridurre gli impegni alla celebrazione al Quirinale per il Giorno della memoria, il 28 gennaio. Sicuramente è amareggiata, ma non si fa intimidire».

L'indagine è coordinata dal pm Nicola Rossato e dal procuratore Marcello Viola. Quanto alle richieste di archiviazione per diffamazione, tra cui quella di Gabriele Rubini, la Procura spiega che si tratta di post «privi di elementi diffamatori, ma solo espressivi di critiche» politiche. I contenuti di Rubio «da un lato possono avere valenza astrattamente diffamatoria», ma dall'altro sono parte di un «dibattito pubblico». I suoi post sono «espressione delle proprie personali opinioni» che il volto tv «portava avanti con molteplici manifestazioni a favore della causa palestinese e in forte dissenso rispetto alle politiche del governo israeliano».

Le sue dichiarazioni, seppur «aspre», si inseriscono in un «del tutto legittimo dibattito». E devono considerarsi «scriminate dal legittimo esercizio del diritto di critica». Un altro fascicolo simile è stato assegnato al pm Alessandro Gobbis.

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