Intercettazioni, Salvini pompiere: "Basta scontri con i magistrati. Pm contro Nordio"

Il leghista Ostellari :"Attenti a mettere il bavaglio alla stampa"

Intercettazioni, Salvini pompiere: "Basta scontri con i magistrati. Pm contro Nordio"

Sull'infuocata questione giustizia interviene Matteo Salvini. A scontro ancora aperto tra il ministro Carlo Nordio e la magistratura il leader della Lega invita ad abbassare i toni, da entrambe le parti: «Così come al ministero sto lavorando per rasserenare, creare rapporti e risolvere problemi spero che sia finito il tempo del contrasto tra politica e magistratura. C'è bisogno di dialogo, serenità, e tranquillità. La politica deve evitare lo scontro con la magistratura e viceversa». Salvini blinda la linea Nordio sulla stretta alle intercettazioni, perché «giustamente, mette i paletti su alcuni abusi e ci mancherebbe altro». Ma poi prende le distanze dal braccio di ferro dell'ex pm con i colleghi: «L'importante è che non ci siano polemiche con un intero corpo come quello della magistratura, che ha a lavoro questa mattina migliaia di persone per bene, che sono in tribunale non per fare politica, che sono in ufficio non per intercettare a casaccio. L'importante è individuare e sanzionare eventuali abusi senza nuovi scontri tra pezzi dello Stato, l'importante è abbassare i toni da parte di tutti». Anche sulla possibile tagliola sulle pubblicazioni delle intercettazioni arrivano i distinguo della Lega, con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari: «La qualità di una democrazia si misura anche dalla libertà della stampa di pubblicare notizie e opinioni scomode. Servono delle regole, perché non può esistere il diritto alla gogna. La soluzione tuttavia va individuata senza mettere il bavaglio ai tanti professionisti dell'informazione che contribuiscono a rendere la nostra società più informata e vigile». Insomma il Carroccio smorza verso la ricerca di un punto di caduta che non riporti il Paese all'eterno muro tra magistratura e politica. Dal canto suo Nordio tiene la barra dritta: «Non ho mai minimamente pensato a dimettermi. In primo luogo perché con la premier siamo in perfetta sintonia. Poi perché le critiche, soprattutto quelle espresse in modo scomposto ed eccentrico, sono uno stimolo a proseguire. Divisioni interne? Smentite dai voti: la mia risoluzione è passata con 100 voti contro 50 al Senato».

E non si placa la sollevazione dei pm contro il disegno politico del ministro, che ha ribadito in Aula che le intercettazioni per reati di mafia e reati «satelliti» restano, e di puntare piuttosto a un giro di vite sul circuito mediatico che le pubblica. È intervenuto anche il Procuratore di Roma Francesco Lo Voi, a ribadire che gli abusi vanno «sanzionati». Ma a ricordare anche che la legge Orlando, che prevede la segretezza delle conversazioni non rilevanti, «è servita esattamente a metterci nelle condizioni di rendere un abuso di questo genere francamente molto difficile». Attacca anche il pm romano Eugenio Albamonte: «Nordio sono vent'anni che parla da politico e non da magistrato. È un certo modo di presentarsi come il magistrato anti-magistratura che evidentemente è andato di moda e ancora va di moda e che gli ha consentito di raggiungere questo risultato per cui lavorava da tempo: diventare ministro in un governo che non ha certo a cuore la funzione di tutela della legalità svolta dalla magistratura». Il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia parla di «toni che rinverdiscono una stagione di conflittualità tra politica e giustizia che certo non fa bene al Paese».

Prova a chiarire le intenzioni

del governo il capogruppo di Fdi Tommaso Foti: «Dobbiamo capire se sia giusto che ancora prima che un cittadino sappia di essere indagato, le intercettazioni o i verbali di interrogatorio siano già pubblicati sui giornali».

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