Ipotesi cyberattacco. Ma Biden "smonta" sospetti e complotti. Tecnologia nel mirino

Nessun indizio ufficiale su un blitz degli hacker. Il principale imputato del disastro diventa il programma di gestione voli. E la Casa Bianca: "Cause sconosciute"

Ipotesi cyberattacco. Ma Biden "smonta" sospetti e complotti. Tecnologia nel mirino

Era dall'11 settembre 2001, il giorno degli attacchi di Al Qaeda alle Torri Gemelle e al Pentagono, che i cieli degli Stati Uniti non subivano una tale paralisi. La più grande flotta aerea commerciale del mondo costretta a terra, centinaia di migliaia di passeggeri bloccati negli aeroporti, il caos.

A provocarlo, il blocco del Notam, acronimo per Notice to Air Missions, il sistema informatico gestito dalla Federal Aviation Administrazion (Faa), che allerta i piloti sui potenziali inconvenienti o rischi che potrebbero incontrare sulla loro rotta, dalla chiusura di una pista, alle avverse condizioni meteo. Secondo le prime indicazioni, il sistema è andato in tilt alle 20,28 (ora della Costa Orientale) di martedì. Durante la notte, grazie anche al traffico aereo ridotto, la Faa ha fatto ricorso ad una linea telefonica dedicata, per fornire le necessarie informazioni ai voli in partenza. Al mattino, con l'intensificarsi del traffico, anche la linea telefonica è collassata.

Risultato: migliaia di voli costretti a terra, per mancanza delle condizioni di sicurezza. Dopo il caos del traffico aereo al quale si è assistito negli Usa durante le festività natalizie, in parte causato dal maltempo e in gran parte dai disservizi della low-cost Southwest Airlines, a corto di personale, è stata un'altra giornata d'inferno per i viaggiatori americani. Sulla questione è intervenuta di prima mattina la Casa Bianca, escludendo, in base alle informazioni disponibili, la possibilità di un attacco informatico. Poi, direttamente Joe Biden.

«Ho appena parlato con Buttigieg (il segretario ai Trasporti, ndr). Non sanno quale sia la causa», ha detto il presidente, che in mattinata doveva accompagnare la consorte Jill in Maryland, dove si è sottoposta a un lieve intervento chirurgico. L'ipotesi di un cyberattacco veniva esclusa, ma non del tutto, dallo stesso Buttigieg. «Non ci sono indicazioni» in questo senso, «ma non escludiamo nulla» ha detto il responsabile dei Trasporti, in evidente imbarazzo davanti alle telecamere delle tv Usa.

Nel frattempo, a partire dalle 9 di mercoledì, la Faa riprendeva gradualmente ad autorizzare i decolli, ma l'effetto domino provocato dallo stop, secondo il sito FlightTracker, aveva già portato a oltre 7.500 ritardi e oltre un migliaio di cancellazioni. La realtà è che all'ipotesi del cyberattacco, magari di hacker russi, cinesi o nordcoreani, non crede nessuno.

Il principale imputato della clamorosa debacle è proprio il sistema Notam. Sembra paradossale, ma la più grande economia del mondo, patria delle principali multinazionali hitech, affida la propria sicurezza aerea ad un sistema da tutti ritenuto antiquato, risalente ad una precedente era tecnologica. «Viene continuamente aggiornato» ha detto ancora Buttigieg, ammettendo però che la questione dell'inadeguatezza del Notam «è una delle domande alle quali dovremo dare risposta». Non c'è nemmeno un responsabile ultimo al quale addossare le colpe. La Faa è dallo scorso marzo senza un direttore e l'uomo scelto da Biden per guidare l'agenzia federale, Phillip Washington, non è ancora stato convocato dal Senato per le audizioni di conferma.

Proprio dal Senato, i Repubblicani annunciano battaglia, ben contenti di poter puntare il dito contro l'amministrazione Biden.

Ted Cruz, capogruppo repubblicano nella Commissione Trasporti, chiede una «riforma» della Faa, accusa il dipartimento dei Trasporti di Buttigieg di «disfunzioni» e blocca la strada, forse definitivamente, al nuovo direttore nominato da Biden: «Serve una persona competente, con esperienza nel settore».

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