Ippica, così il governo ha azzoppato il Nord

Il presidente dell'ippodromo di Varese Borghi: «Hanno sulla coscienza la vita di 300 cavalli»

Ippica, così il governo ha azzoppato il Nord

Milano Parla a briglie sciolte Guido Borghi, figlio del fondatore della Ignis, imprenditore, ma anche presidente delle Bettole, storico ippodromo di Varese: «Il governo rischia di avere sulla coscienza la vita di 300 cavalli». Cosa c'entri palazzo Chigi con l'ippica è presto detto. È il governo che, per decreto, stabilisce i calendari delle corse. E quest'anno, «con colpevole ritardo perché il calendario di novembre è uscito il 31 ottobre - denuncia Borghi - l'impianto di Varese è stato escluso dal palinsesto». Il perché la vita stessa di un cavallo sia legata alla possibilità di farlo muovere lo spiega sempre Borghi: «Tanta gente per passione riesce a mantenere i cavalli facendoli gareggiare. Il cavallo è una grossa spesa: deve mangiare, essere strigliato, curato ma soprattutto montato. E la possibilità di vincere qualche premio è un'assicurazione sulla sua vita. Siccome l'ippodromo di San Siro come sempre smette per il periodo invernale, molti purosangue avevano la possibilità di galoppare o trottare qui da noi. E con l'esclusione di Varese, molti animali sono a rischio macellazione». Il governo, infatti, ha tagliato fuori l'ippodromo prealpino prediligendo quelli di Pisa e Follonica. «Follonica che - spiega sempre l'imprenditore - ha una pista pensata per il trotto, non certo per il galoppo. Eppure alla Toscana hanno assegnato 17 giornate in dicembre e 12 in novembre».

Il danno è economico non soltanto per le Bettole. «La Lombardia è il fiore all'occhiello per l'ippica. E il nostro ippodromo produce quattrini anche per lo Stato. Eppure lo stesso Stato si dà la zappa sui piedi». Due conti: ogni giornata di corse può produrre fino a 200mila euro contando le giocate degli scommettitori. Una parte delle scommesse vanno a pagare i premi e un'altra buona fetta ritorna nelle casse pubbliche attraverso le tasse: «Noi riusciamo a dare al sistema circa 40mila euro ma al ministero pare non interessi». La politica si dia all'ippica, pare il consiglio di Borghi che risponde pure all'obiezione dell'anomalia di un neo ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, leghista doc, che privilegi la Toscana tagliando le gambe al nord: «Ma i ministri, ahimè, non hanno alcun potere. Tutto è nelle mani dei direttori generali dei ministeri, dei burocrati - peraltro inamovibili - che spesso nulla capiscono delle materie che trattano. Risultato: l'ippica in Francia dà lavoro a 70mila persone, in Inghilterra a 80mila, in Italia siamo scesi a 5mila». Borghi ha scritto una ventina di lettere al ministero.

Zero risposte. «L'unico feedback? Dal capo di gabinetto tecnico di Centinaio». Ma forse ormai i giochi sono fatti. Anche se l'imprenditore ricorda: «Per far lavorare gli ippodromi toscani in 24 ore hanno emanato un decreto ad hoc».

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