Enrico Letta sembra aver deciso di andare giù duro con il suo avversario politico, il leghista Matteo Salvini, che tra l’altro sarebbe con lui nella maggioranza. Una maggioranza che al leader del Pd non appare però più molto stabile, proprio per colpa della Lega.
Letta e il diktat contro Salvini
In una videointervista con il direttore della Stampa, Massimo Giannini, Letta ha sganciato la bomba, definendo Salvini un irresponsabile e chiedendo agli italiani di “non seguire lui, altrimenti a maggio richiudiamo il Paese”. Ha poi pensato bene di mettere le cose in chiaro per quanto riguarda l’alleanza del suo partito con i 5 stelle e l’ex premier Conte. Andranno infatti a braccetto per le elezioni amministrative e anche ai ballottaggi in tutti i Comuni. Nessun problema, almeno in apparenza, su candidature e primarie. Letta si è soffermato anche sul tema delle riaperture che sono gestibili, sempre che la road map venga rispettata e “non si faccia passare il messaggio che questo è il minimo e che poi invece si possa fare quel che ci pare. Salvini ha parlato più del coprifuoco alle 23 che del Pnrr. Non ha parlato del piano di 231 miliardi di euro fondamentale per l'Italia del futuro. Ma delle ore 23 sì, un errore profondo. Deve essere chiaro che abbiamo un obiettivo: uscire dalla pandemia grazie alla vaccinazione dei fragili, il che ci può consentire un'estate anche di ripresa economica. Se i prossimi giorni saranno gestiti irresponsabilmente saremmo costretti a richiudere a fine maggio. La politica non deve dare il massaggio del liberi tutti”. E sul fatto che il presidente del Consiglio Mario Draghi abbia dato retta a Salvini, Letta ha tenuto a precisare che a suo parere non è proprio così, e che sa la tempistica viene rispettata la road map funziona, altrimenti no. Dipenderà dai cittadini adesso, ai quali ha chiesto di essere responsabili, perché in ballo c’è l’estate. Altra stoccatina: “Se seguite Salvini ci giochiamo l'estate”.
Il Pd e la "carta Draghi"
Il premier del Pd ha sottolineato che il suo partito sosteneva in modo convinto il Conte due, che secondo lui ha fatto cose importanti, e ora sostiene il governo Draghi. “Nel momento in cui l'Italia deve definire i prossimi decenni, siamo di fronte a un'occasione unica di ricostruzione nazionale e una maggioranza larga è utile. Sarebbe stato complicato fare questo andando a contare sempre i numeri in parlamento. Secondo, Draghi per la sua storia garantisce, solo con il suo nome, un atteggiamento più benevolo dei mercati e di Paesi come la Germania che ora si fidano di più. Bisogna giocarsi fino in fondo la carta Draghi e questo governo deve durare tutta la legislatura” ha spiegato il dem, che si è scoperto anche verde nel parlare del Recovery, il Piano dell’Italia del futuro. Vorrebbe, come ha dichiarato, che il Pd diventasse il partito della sostenibilità. E vivere con dei ragazzi per sei anni ha fatto capire al Letta nipote che per i giovanissimi la priorità è quella ed è giusto dare un peso elettorale anche a quella generazione. Su questo si baserebbe quindi la richiesta di abbassare a 18 anni l’età per poter votare al Senato, sottolineando, e non c’era bisogno di farlo, che un ragazzo ha un approccio diverso. Del resto, secondo lui, grazie all’Europa, l’Italia verde non è un sogno irrealizzabile. “Rispetto a quello del governo Conte, questo Pnrr ha una maggiore curvatura sulla sostenibilità e sul digitale e ha una clausola premiale per il lavoro giovanile e femminile in tutte le voci del piano. Questa clausola ha un effetto moltiplicatore fortissimo, ma con due fondi aggiuntivi il complesso del piano è lievitato fino a 250 miliardi. Se li spenderemo tutti o quasi, avremo cambiato l'Italia”. Ecco, per spiegare meglio si è lanciato anche in un esempio pratico: “Nel piano c'è un miliardo di euro per i piccoli borghi. Una cifra enorme, per far sì che i turisti stranieri non si accalchino solo a piazza Navona o alla torre di Pisa, ma vadano anche nei borghi minori. Il Pnrr è pieno di grandi opportunità per il rilancio del Paese”.
Lo sblocco dei licenziamenti
Ma c’è anche lo sblocco dei licenziamenti da ottobre che preoccupa. Letta fa una proposta al governo per cercare di ridurre il rischio di ritrovarsi con la maggior parte degli italiani senza un lavoro. Servirebbe, secondo il leader del Pd, un patto tra Palazzo Chigi, le forze sociali e le categorie produttive per pensare alla ricostruzione. Così da riuscire a decontribuire in modo straordinario e totale i nuovi assunti. Punta quindi sulle nuove leve. Ma può davvero bastare fare questo? Ecco che arriva la seconda parte del piano strategico pensato da Letta: “Dopo dieci anni di fuga di giovani dall'Italia, si faccia una detassazione delle nuove iniziative imprenditoriali a tutto campo, come per le start up”.
E come poter dimenticare le vacanze estive ormai alle porte? Per Letta, tra circa una decina di giorni, il governo dovrebbe presentare un piano straordinario per la vacanza italiana. Per premiare i cittadini e semplificare il bonus vacanza, dando aiuti sia alla richiesta che all’offerta. Un modo per utilizzare i voucher che sono in scadenza e che altrimenti le agenzie dovranno pagare. Facendo un fondo di garanzia per gestirli e allungarne magari la data. La prossima settimana vedrà il premier Draghi e lo metterà al corrente delle sue fantastiche idee.
Il Pd vuole far fuori la Lega e Salvini?
Magari l’intento dei dem è quello di eliminare una volta per tutte Salvini e la Lega, e fare una maggioranza Ursula senza i sovranisti, in vista dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Ma assolutamente no, Letta tiene a precisare che è lo stesso Salvini a volersi fare fuori da solo. “Sarebbe irresponsabile chi a casa nostra si mettesse a fare giochi politici immaginando chissà che. Bisogna stare dentro questa maggioranza, rispettando le regole d'ingaggio: rispetto per gli italiani, rispetto reciproco, con responsabilità delle scelte e di tutto quello che si fa. Questo è il momento della chiarezza. Dipende tutto da Salvini. Se interpreta queste regole con correttezza...”. E fino a questo momento secondo il suo parere non l’ha fatto e anzi, ci sarebbe sotto un non detto. Ma il ruolo del Pd nella maggioranza è riferito solo al bene del Paese ed è proprio per questo motivo che si sentono di dover controllare i comportamenti di tutti. Del resto, come lui stesso ha detto, sarebbe un irresponsabile se desse la possibilità al leader leghista “di mantenere praterie per le sue scorribande. E lui lo ha capito”.
Per pensare a Draghi come futuro capo dello Stato c’è ancora tempo. E, forse per salvare il salvabile con le donne, dopo la figuraccia fatta a inizio governo, Letta schiaccia l’occhio alla possibilità di vedere una donna al Quirinale. Si è infatti detto felicissimo se questo dovesse accadere, ma dipenderà da chi sarà composta la maggioranza e al momento non vede una situazione molto stabile. Una maggioranza certamente divisa su alcuni temi, come lo ius soli, il ddl Zan contro omofobia e migranti. “In alcune questioni il ruolo del governo è secondario. Credo sia importante che il Parlamento possa discuterne, noi puntiamo ad arrivare alle approvazioni. Ma c'è un tema su cui il governo non ha un ruolo marginale, la gestione dei flussi, in cui è protagonista. La maggior parte delle questioni si decidono a Bruxelles. L'Italia usi il suo potere di convincimento per spiegare agli altri Paesi che non si può andare avanti così. Mentre su Next Generation Ue abbiamo fatto cento passi avanti, sui migranti solo uno. Ma è un tema fondamentale” ha asserito Letta che ha poi sottolineato che per Salvini, il suo chiodo fisso ormai, lo ius soli non è un tema centrale. Ma l’obiettivo di Letta è di aprire un dibattito culturale nel Paese ed è sbagliato accomunare lo ius soli solo alle migrazioni, sarebbe controproducente. Andrebbe invece considerato il fatto che 3 Paesi europei, ovvero l’Italia, la Polonia e la Romania, non sono messi per nulla bene dal punto di vista demografico, rispetto per esempio alla vicina Francia. Insomma, in poche parole, gli italiani non fanno più figli e, per cercare di sopravvivere, dovremmo affidarci ai migranti che già ci sono, facendo una legge sulla cittadinanza per integrarli.
Pd e 5 stelle a braccetto
La collaborazione tra il partito e il movimento sembra proseguire bene, come in passato. Ma la collaborazione, secondo Letta, dovrebbe essere anche a livello di pensiero e non solo sull'azione di governo. Si dovrebbe quindi capire quanto siano compatibili. Intanto però a Torino e a Roma andranno divisi. Ma il motivo è presto spiegato: “Sono grandi Comuni che hanno visto elezioni di rottura molto forte con l'elezione di Raggi e Appendino. Ma le comunali sono basate sul doppio turno, che ci consente di andare in tutti i Comuni apparentati al secondo turno. Un obiettivo importante che dimostra che il percorso sta avendo risultati. Non mi strappo le vesti se non riusciamo subito a risolvere tutti i problemi”. Un sollievo per tutti questa ultima precisazione. La strada comunque sembra ormai tracciata e i vari protagonisti, sia da una parte che dall’altra sembrano crederci.
Una strada fatta di coalizioni larghe, con i Cinque stelle e le forze centriste, in modo da creare un rapporto aperto e un dialogo con tutti. Forza Italia compresa? “Alle amministrative certo no, alle politiche vedremo, dipende...”. Bisognerà vedere cosa ne pensa il partito di Berlusconi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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