Israele, il ricordo e la battaglia: "Il mondo ci aiuti contro il nemico"

Netanyahu: "Obbligati a riportare a casa gli ostaggi". Biden: "Lavoriamo per un cessate il fuoco". Khamenei: "Il 7 ottobre ha riportato Tel Aviv indietro di 70 anni"

Israele, il ricordo e la battaglia: "Il mondo ci aiuti contro il nemico"
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Il 7 ottobre 2023 è stato il giorno più letale della storia di Israele, il peggior massacro di ebrei dalla Shoah, e ha scatenato l'attuale guerra a Gaza, in Libano e con l'Iran. Ieri ricorreva l'anniversario dell'atroce attacco di Hamas, una ferita indelebile. Migliaia di persone sono rimaste in silenzio alle 6.29 del mattino, ora della terribile offensiva dei terroristi del gruppo islamista, quando hanno scatenato la loro furia brutale contro gli abitanti dello Stato ebraico. La nazione israeliana profondamente segnata si è dunque fermata per celebrare l'insondabile tragedia, quel 7 ottobre così oscuro. Anche Hamas ha onorato la ricorrenza alle 6.29 del mattino con una raffica di quattro razzi contro le comunità adiacenti alla Striscia di Gaza meridionale. Mentre l'ayatollah Khamenei, guida suprema iraniana, su X ha scritto: «L'operazione diluvio di Al-Aqsa ha riportato indietro di 70 anni il regime sionista».

Tel Aviv non potrà mai dimenticare. Circa 1.200 persone sono state uccise l'anno scorso, un vero pogrom, quando 3mila combattenti guidati da Hamas, armati fino ai denti, hanno invaso le comunità vicino al confine con la Striscia in uno scoppio di violenza senza precedenti. Oltre agli omicidi, i terroristi hanno compiuto brutali atrocità come torture e stupri e hanno rapito 251 persone. Israele afferma che 97 di loro sono ancora prigionieri, insieme ad altri quattro detenuti a Gaza da circa un decennio. Il conteggio include pure i corpi di decine di persone morte il 7 ottobre o durante la reclusione. «Siamo obbligati a riportare indietro» gli ostaggi, ha tuonato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La cerimonia organizzata dalle famiglie delle vittime dell'attacco del 7 ottobre si è tenuta allo Yarkon Park di Tel Aviv, mentre quella ufficiale di stato è iniziata subito dopo. In Azza Street a Gerusalemme, i parenti dei rapiti e centinaia di sostenitori si sono fermati lungo la strada della residenza privata di Netanyahu e hanno suonato una sirena per due minuti alle 6.29 del mattino. Alcuni sono rimasti stoicamente in piedi, altri piangevano in silenzio e hanno portato le foto dei loro cari. A Reim, sul luogo del massacro al festival musicale Nova, anche lì una folla ha dato il via alle cerimonie con un minuto di silenzio. Il sito è stato trasformato in un enorme memoriale per gli oltre 360 partecipanti alla festa uccisi, c'erano parenti, amici e pure il presidente Isaac Herzog. Pochi minuti prima, i presenti avevano sentito l'ultima canzone suonata al rave prima che i ragazzi alla festa fossero costretti a fuggire. «Il mondo deve realizzare che per portare la pace deve sostenere Israele nella sua battaglia contro i suoi nemici», ha evidenziato Herzog.

Alla Knesset e nella maggior parte degli edifici ufficiali, le bandiere sono state abbassate a mezz'asta alle 6.29 e di notte, l'edificio del Parlamento è stato illuminato da una luce gialla per onorare gli ostaggi. «Troppi civili hanno sofferto fin troppo durante quest'anno di conflitto e decine di migliaia sono stati uccisi», ha sottolineato Joe Biden, dopo aver ricordato la «brutalità» dell'attacco di Hamas. «Sosteniamo il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi di Hezbollah, Hamas, Houthi e Iran. Non smetteremo di lavorare per raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza», ha concluso. È intervenuta pure la vicepresidente e candidata democratica alle presidenziali Usa Kamala Harris: «Non dimenticherò mai l'orrore del 7 ottobre 2023», ha scritto.

«Ho il cuore spezzato dall'entità della morte e della distruzione a Gaza nell'ultimo anno», ha puntualizzato, e ha aggiunto: «Lotterò sempre affinché i palestinesi possano realizzare il loro diritto alla dignità, alla libertà, alla sicurezza e all'autodeterminazione». Harris pianterà per l'anniversario del 7 ottobre un melograno nel giardino della sua residenza, il frutto, tra le altre cose, rappresenta la speranza e la rettitudine nell'ebraismo.

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