"Istigava al terrorismo". Arrestato un mediatore marocchino

Il proselitismo sui social, la radicalizzazione, i post sulla "superiorità dell'Islam": le indagini della Digos per incastrare il 28enne

"Istigava al terrorismo". Arrestato un mediatore marocchino
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In attesa «del giorno del giudizio» il «Maestro» (come si presentava online) scriveva sul suo profilo Facebook nell'ottobre scorso che l'«Islam è la religione della verità». E a chi, commentando il post, gli chiede se fosse disposto a uccidere chiunque non la pensasse come lui, rispondeva aggressivo: «a volte mi arriva una rabbia che sterminerei con il nucleare...Morire non è un problema...Arriva il momento che morire sarà più confortevole».

Tentava, seppur in maniera un po' improvvisata, di fare proselitismo online Mahdi Tbitbi (nella foto), 28 anni, marocchino, qualche precedente contro la persona e il patrimonio, arrestato ieri mattina dagli investigatori dell'Antiterrorismo dalla Digos di Milano, guidati dal funzionario Beniamino Manganaro e dal neo dirigente Giuseppe Marotta. Per questo ragazzo dall'espressione un po' allampanata e che in Italia, dov'era arrivato nel 2011, aveva fatto il cuoco e il muratore fino a diventare, essendo di madre lingua araba, saltuariamente collaboratore di un centro di accoglienza milanese per minori, l'accusa è di istigazione a delinquere finalizzata al terrorismo. In breve, è stato bloccato prima che facesse danni seri, come minacciava in maniera sempre più decisa veicolando sui social i suoi messaggi contro l'Occidente e sostegno dello Stato islamico al quale aveva aderito di recente.

L'indagine della Procura di Milano, nata da un esposto dal direttore editoriale di «Libero» Daniele Capezzone, svela che nel mirino delle sue invettive di Tbitbi c'erano anche la premier Giorgia Meloni e il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte. «Fra un mese - scrive il 28enne a novembre - io vado spero per sempre. Siate pronti alla guerra. @giorgiameloni @giuseppeconte_ufficiale». E promette «la malvagità che non hai mai visto ne meno nei film». Post definiti «dai toni inquietanti e minacciosi» dalla gip Lorenza Pasquinelli.

Il climax della radicalizzazione online di Mahdi Tbitbi secondo gli investigatori della questura di Milano arriva in due tappe: dopo il brutale attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre 2023 contro le comunità di Israele attorno alla Striscia di Gaza, evento che acuisce l'interesse di Tbitbi per la questione palestinese, e più tardi l'attentato terroristico al Crocus Club di Mosca, nel marzo di quest'anno, rivendicato dallo Stato Islamico del Khorasan, cellula dell'Isis.

Già il 17 gennaio, imbarcatosi su un volo che da Milano Malpensa lo aveva portato ad Amman, in Giordania, posta un selfie che si è scattato all'interno di una moschea in Arabia Saudita.

«Ha l'aspetto ben curato e i capelli molto corti, a differenza di quando si trovava in Italia, quando invece portava dei capelli molto lunghi» si legge nelle carte dell'ordinanza. Tornato in Italia si mette in contatto con soggetti espulsi dal territorio nazionale per terrorismo e con cui ha contatti sui social.

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