Ius soli e islam. Così i cattolici si allontanano da Francesco

L'intervento del Pontefice ha scatenato i lettori più tradizionalisti. È il sintomo di un disagio diffuso che la Chiesa non deve ignorare

Ius soli e islam. Così i cattolici si allontanano da Francesco

«IUS SOLI» INUTILE

Una legge c'è già, non perdiamo tempo

Mentre stiamo seppellendo i morti della furia jihadista di fede islamica, l'uscita a vuoto di Papa Bergoglio, che fa politica dalla parte sbagliata, incentiva il Parlamento a legiferare in favore dello «ius soli» e dare vita ad un multiculturalismo che non promette niente di buono. Esempio negativo ce l'abbiamo in Medioriente, la polveriera del mondo. A parte che l'Italia si è già dotata di una legge di buon senso per gli stranieri che si vogliono integrare, prima vogliamo vedere quella del Vaticano, visto che vogliono darci dei consigli non richiesti in merito. Con tutti i problemi che ci assillano, la politica seria deve pensare di risolvere le questioni urgenti.

Giorgio Serafini

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INGERENZA

Un gesto politico che irrita i cattolici

L'intervento del Papa Bertoldo sullo «ius soli» non era inatteso, ma prevedibile. Ed ha portato sgomento e contrarietà anche tra i cattolici. È un gesto soprattutto politico da cui il Papa si dovrebbe astenere. Lo Stato italiano ha il potere di legiferare su argomenti di tal genere, non il Papa che rappresenta lo Stato Pontificio oltre ad essere il messo del nostro Dio.

Giuseppe Boldrini

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ITALIANI DIMENTICATI

Non esistono solo gli immigrati

Quando è troppo, è troppo. Gli italiani sono attanagliati da immensi problemi, disastri naturali, crisi economica, eccetera: la Chiesa stessa dovrebbe pensare alla drammatica crisi di fede. Inevitabile che molti cattolici non approvino la linea di Papa Francesco sui migranti: sembra che l'unico problema siano loro e i loro diritti. Non si può continuare così.

Pietro Ferretti

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INTROMISSIONE

Rispetto per gli italiani (e per l'8 per mille)

Il Papa non può parlare «urbi et orbi» di cose che si riferiscono al dibattito politico parlamentare sullo «ius soli». Francesco oltre ad essere il Capo della cristianità è anche il capo dello Stato della Città del Vaticano. Cosa dovrebbe fare il governo italiano in queste situazioni in cui c'è una «intromissione negli affari interni di un altro Paese»? Dovrebbe richiamare l'ambasciatore e presentargli le rimostranze dell'Italia, ma noi il Santo padre ce lo teniamo stretto! Però noi cittadini italiani chiediamo rispetto perché diamo alla Chiesa cattolica l'8 per mille.

GioBatta Benetti

Pianiga (VE)

FEDELI A DISAGIO

Prediche a senso unico e chiese vuote

Dall'alto della mia «giovane età» ricordo che al tempo di Giovanni Paolo II nelle chiese c'erano molti giovani e mi riferisco ad individui tra i 15 e 25 anni attratti dalle Sue parole, dal Suo modo di agire, dalle Sue lotte non ipocrite. Invece dopo il periodo di Benedetto XVI, mandato in pensione anticipatamente per le Sue idee (in altre epoche sarebbe stato avvelenato) è arrivato Francesco, che ha creduto di essere come Giovanni Paolo II, ma non ne ha la stoffa. Con la sua politica pauperistica e i suoi predicozzi a senso unico che possono andare bene nelle Ande o nei Paesi impoveriti dal comunismo, ha contribuito ad allontanare i giovani (basta andare una volta a Messa) e in più pretende di dettare legge da noi (vedasi lo «ius soli») che, caso strano, non esiste della Città del Vaticano.

Zeno De Risi

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ACCOGLIENZA E COERENZA

Consigli ai migranti: in Vaticano c'è posto

Gli immigrati, «profughi», «rifugiati» o «richiedenti asilo», hanno occupato a Roma il sagrato della Basilica dei Santi Apostoli, splendida chiesa nell'omonima piazza a due passi da Piazza Venezia, contando sulla compiacente solidarietà del Papa e sul fatto che, essendo il sagrato territorio della Chiesa, lì le Forze dell'ordine non possono intervenire. Vogliono essere ospiti di un Papa tanto accogliente? Perché stare scomodi sul sagrato di una chiesa, senza servizi igienici e, ora che verrà la stagione fredda, senza riscaldamento? Vadano i «profughi» ad occupare per esempio il seminario minore: si trova proprio dietro San Pietro, sull'Aurelia, al centro di un magnifico giardino ed è già in buona parte attrezzato - a causa del calo vertiginoso di vocazioni - ad albergo con stanze confortevolissime con bagno e ogni comodità. Il Papa vuole essere accogliente? Sia anche e soprattutto coerente.

Laura Mantovani

Roma

TRADIMENTO

Sembra di sentire parlare un imam

Questo pontefice non prevede la diffusione della sua fede? Solo favorire quella degli altri?

Leonardo Chiarelli

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CAMBIANO I TEMPI

Il Papa fa il Papa e non le crociate

Non esiste più il potere temporale dei papi. Non mi risulta che papa Francesco voti nelle elezioni italiane, per cui la sua opinione conta meno di quella di un qualsiasi nostro cittadino. Ma ha dell'ascendente su coloro che la domenica vanno a messa e ha inteso il vero spirito del cristianesimo, che è quello di preoccuparsi soprattutto della sorte di coloro che stanno nelle condizioni peggiori, anche se facendo ciò si può anche fare una cosa non buona. Noi possiamo preferire un guerriero come Giulio II o Pio II che morì ad Ancona mentre cercava di indire una crociata contro gli ottomani o tanti altri pontefici, ma Francesco incarna lo spirito del cristianesimo e non credo che si lascerà deviare dalle lettere di critica. Nei tempi in cui agiva Mastro Titta, il Vaticano mostrava un aspetto diverso e mi si potrà obiettare che anche Gesù Cristo agì in modo differente quando scacciò con violenza i mercanti dal tempio. Se la religiosità non risolve i nostri problemi, allontaniamocene, ma è illusorio pretendere che un papa non faccia il papa ma il guerriero, anche se ci sono stati dei casi esemplari che parrebbero smentirmi.

Antonio Fadda

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LA DENUNCIA DI UN PADRE

Tutto per i migranti. Nulla per i disabili

Mi trovate assolutamente d'accordo con la vostra linea editoriale sulla posizione espressa da Papa Bergoglio in merito allo «ius soli». Trovo quantomeno singolare che un Papa «si permetta» di dettare l'agenda al governo italiano su tematiche così importanti. Ma forse occorrerebbe chiedere a Sua Santità se la posizione da Lui espressa sia coerente con la posizione espressa nel gennaio 2016 da Mons. Peter B. Wells, il quale, da noi contattato per cercare di «perorare» una causa dignitosissima (il contrassegno invalidi ancora oggi negato agli autistici come mio figlio) rispose testualmente: «...mi pregio di significarLe che al questione da Lei sollevata non rientra nelle competenze della Santa Sede».

Ma perché, lo «ius soli», sì? E l'accesso al sistema pensionistico e assistenziale per i migranti? E perché? Forse potrei pensare che la mano destra del Vaticano non sa quello che fa la sinistra, o si potrebbe affermare che la Chiesa sia molto più interessata a perorare la causa dei migranti o dei cittadini stranieri piuttosto che la causa dei disabili Italiani? Chi mi dice o spiega che non è così?

Armando Ricotta, papà di Ludovic, ragazzo autistico di 23 anni invalido al 100% ed incapace di compiere gli atti quotidiani della vita

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