Johnson rompe gli indugi. "Approvato AstraZeneca"

Via libera dell'Agenzia del farmaco: la campagna dal 4 gennaio. Già acquistate 100 milioni di dosi

Johnson rompe gli indugi. "Approvato AstraZeneca"

Ieri il vaccino Oxford-AstraZeneca ha ottenuto il via libera da parte dell'Mhra, l'agenzia del farmaco inglese, e potrà ora essere utilizzato nella campagna di vaccinazione già in corso nel Regno Unito. Le prime dosi saranno utilizzate a partire da lunedì e ne saranno rese disponibili circa 530mila a settimana: il governo Johnson ne ha già acquistate 100 milioni che serviranno a vaccinare 50 milioni di persone, essendo necessaria una doppia dose per completare la copertura vaccinale.

Il Regno Unito è il primo Paese al mondo ad approvare il vaccino Oxford-AstraZeneca così come è accaduto con quello di Pfizer-BioNTech che ha ottenuto luce verde da Londra a inizio dicembre. Con due vaccini a disposizione il governo punta ora a vaccinare 2 milioni di persone a settimana, secondo un piano di somministrazione che interessa prima i lavoratori e gli ospiti delle case di riposo, in seguito operatori sanitari e ultra 80enni e poi via via tutti gli altri, secondo una priorità basata sull'età. Il vaccino Oxford-AstraZeneca è stato sviluppato sulla base dell'approccio tradizionale di un virus indebolito cui è stata aggiunta la proteina con cui il Covid si serve per entrare e infettare le cellule. Iniettato nel corpo di una persona il virus addestra quindi il sistema immunitario a riconoscere e combattere il cavallo di Troia proteico. Per essere efficace il vaccino dovrà essere somministrato in due dosi successive, con la seconda che sarà fornita dalle 4 alle 12 settimane successive alla prima. Rispetto a quello Pfizer-BioNTech, la fase di test cui è stato sottoposto il vaccino Oxford-AstraZeneca è stata più travagliata, con uno stop di qualche settimana a settembre dovuto alla morte di un partecipante alla sperimentazione, decesso che poi è risultato non essere correlato con la somministrazione del vaccino. L'efficacia finale si attesta a poco più del 60%, meno rispetto al 95% di Pfizer-BioNTech. Durante i test è stato fortuitamente riscontrato che la somministrazione di metà della prima dose e poi di una intera nel richiamo successivo porterebbe a un'efficacia del 90%. Mancano tuttavia sufficienti dati scientifici a sostegno dell'evidenza empirica e la campagna di vaccinazione inglese si baserà su due dosi complete. Un aspetto critico dell'importanza del vaccino Oxford-AstraZeneca è la conservazione delle fiale che può avvenire in normali frigoriferi e non ai -70 gradi richiesti dal prodotto americano-tedesco. Una differenza fondamentale per facilitare la logistica della distribuzione e che diverrà cruciale per le campagne vaccinali dei Paesi meno industrializzati. Anche per il percorso accidentato della fase di sperimentazione, dubbi sono stati levati sulla correttezza del percorso seguito per approvare il vaccino inglese. Cui ha risposto June Raine, direttore esecutivo dell'MHRA: «Non è stata seguita alcuna scorciatoia». Il primo ministro Johnson ha parlato di trionfo per la scienza inglese, con toni giubilanti che hanno trovato eco nelle dichiarazioni del ministro della salute Hancock e di altri politici. Dopo una gestione della pandemia disastrosa il governo punta tutto sulla fase di vaccinazione per cercare di uscire velocemente dal tunnel sanitario, economico e sociale in cui il Paese è entrato.

Gli infetti giornalieri negli ultimi giorni si sono attestati a oltre 50mila casi e il vaccino Oxford-AstraZeneca è considerato la chiave per uscire dal baratro. Dall'inizio della campagna Londra ha già vaccinato oltre 600mila persone, ora il ritmo aumenterà.

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