
Da Trump a Zelensky, la mediazione di Giorgia Meloni continua a muoversi più o meno sottotraccia. «Sulle truppe europee sono molto molto perplessa, non lo considero efficace. Escludo che possano essere inviati soldati italiani. Meglio pensare a soluzioni più durature. Estendere l'articolo 5 della Nato sarebbe una soluzione duratura», aveva detto la premier a Bruxelles, trovando l'immediato apprezzamento di Kiev. La vicepremier ucraina Olha Stefanishyna, l'ha infatti definita una soluzione «molto pragmatica» e potrebbe essere quel tipo di compromesso in grado di mettere Kiev al sicuro e, di conseguenza, anche il resto dell'Europa lasciando Putin in condizione di non nuocere. «Siamo in contatto con i nostri colleghi italiani per chiarirne i dettagli», ha confermato il portavoce del ministero degli Esteri Heorhii Tykhyi in un briefing a Kiev.
L'articolo 5 della Nato prevede infatti l'assistenza degli stati membri della Nato ad un partner che subisse un attacco. «Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti - si legge nell'articolo - e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale». Si tratta di uno dei motivi chiave per cui da tempo l'Ucraina richiede l'ingresso nell'Alleanza Atlantica, visto come fumo negli occhi dalla Russia di Putin. Ma non solo, dato che anche gli Stati Uniti, consci della situazione non stabile in tutta la Regione a prescindere da ogni accordo, hanno chiuso la porta a Kiev nella Nato. Questo escamotage diplomatico, estendere la validità dell'articolo 5 pur senza che l'Ucraina entri nell'Alleanza, potrebbe essere una chiave fondamentale per garantire una pace duratura.
Non sarà facile convincere quello al momento resta l'azionista di maggioranza della Nato, specie dopo che Zelensky ha detto a Trump di essere pronto a farsi da parte in cambio di un'Ucraina nella Nato. Alla luce dei fatti, questo non accadrà.
Ma un'estensione delle garanzie rientra proprio nelle richieste di Kiev anche se Trump ha chiarito di voler prima arrivare al cessate il fuoco per poi fornire rassicurazioni tangibili. Un compromesso difficile, ma l'opera diplomatica, con il nostro Paese capofila, continua.
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