Ieri la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico intercontinentale (Icbm) che, secondo gli esperti, avrebbe la capacità di colpire il territorio degli Stati Uniti. Lee Sung Joon, portavoce dei Capi di Stato Maggiore congiunti di Seul (Jcs), ha dichiarato che potrebbe trattarsi di un «nuovo tipo di missile balistico a lungo raggio a propellente solido», lanciato da un veicolo mobile a 12 assi (Tel), presentato da Pyongyang lo scorso mese. Questo vorrebbe dire che la Corea del Nord potrebbe lanciare attacchi più rapidamente, riducendo il tempo di rilevamento e risposta da parte di altri paesi. I missili balistici a propellente solido, infatti, sono più stabili, possono essere spostati più facilmente e possono essere avviati in pochi minuti.
Le autorità giapponesi hanno riferito che l'Icbm è rimasto in volo per circa 86 minuti, raggiungendo un'altitudine massima stimata di 7.000 chilometri, per poi precipitare in mare a ovest dell'isola di Okushiri, nel nord di Hokkaido, intorno alle 8:37 del mattino, fuori dalla zona economica esclusiva del Giappone. Il missile è stato lanciato con un angolo fortemente rialzato e questo significa che avrebbe coperto una distanza maggiore se fosse stato lanciato orizzontalmente. Pyongyang ha sviluppato missili in grado di «colpire la terraferma degli Stati Uniti anche se dotati di una testata più grande e pesante o addirittura di più testate», ha affermato Kim Dong Yup, professore associato presso l'Università degli studi nordcoreani. Il test è avvenuto a pochi giorni dalle elezioni presidenziali americane e segue gli avvertimenti dell'agenzia di intelligence sudcoreana secondo cui Pyongyang stava pianificando di lanciare un missile balistico intercontinentale per testare la sua nuova tecnologia.
La Casa Bianca ha condannato il test come «una grave violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite» e ha avvertito che «prenderanno tutte le misure necessarie per garantire la propria sicurezza, quella della Corea del Sud e degli alleati giapponesi». L'aumento della tensione nella regione avviene anche in un momento in cui la Corea del Nord sembra aver intensificato i suoi sforzi di produzione nucleare e, soprattutto, rafforzato i legami con Mosca. Il Pentagono stima che circa 10mila soldati nordcoreani siano stati dispiegati per l'addestramento nella Russia orientale e che alcuni avrebbero raggiunto Kursk, pronti ad entrare in azione in Ucraina.
Kim Yong Hyun, ministro della Difesa sudcoreano, ha dichiarato che «è molto probabile che la Corea del Nord chieda a Mosca tecnologie avanzate legate alle armi nucleari in cambio dell'invio di truppe in aiuto della Russia».
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