"Per tutta la campagna elettorale sono stato perseguitato da Facebook, che mi impedisce di utilizzare il mio cognome, a differenza di Lenin, Stalin e Pol Pot che sono esenti da censura. Facebook ha più volte bloccato post in mio favore e anche manifesti elettorali con il mio cognome. Da Serra passando per Pif, fino a Enrico Mentana, è stata una campagna elettorale tutta all'insegna dell'insulto contro la mia persona e la mia famiglia".
È quanto ha dichiarato a “Cronache di Napoli” Caio Mussolini, candidato alle elezioni europee nella lista di Fratelli d'Italia nella Circoscrizione Sud.
Per questo, l’esponente della destra ha annunciato di avere querelato il popolare social colpevole, a suo dire, di essere “stato il braccio armato di centri sociali ed estremisti di sinistra che hanno più volte segnalato me e i miei sostenitori, rei semplicemente di votare una persona che fa di cognome Mussolini”.
Il candidato ha, inoltre, affermato che “Facebook, come il mainstream media, ha tollerato le continue minacce di violenza e immagini di morte. La querela a questo punto è un atto obbligato, per tutelare i miei diritti, la mia persona e gli italiani”.
Mussolini ha concordato Paolo Sebastiani, l’avvocato che lo ha assistito in questa vicenda,
che il risarcimento per i danni subiti sarà “devoluto interamente alla palestra del maestro Maddaloni di Scampia, baluardo di legalità e futuro in uno dei quartieri più difficili di Napoli".
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