«Lasciare il mondo migliore di come l'abbiamo trovato». Marco Bucci conosce bene il motto, chi è stato scout lo resta tutta la vita. Il mondo dell'uomo che tutto il centrodestra vuole sindaco di Genova è fatto dei volti dei leader nazionali, visti giovedì all'Hotel Bristol di via XX settembre, tra i quadri di Antonino Traverso, pittore genovese che affrescò la borsa valori di Caracas e lo yatch di re Faruk. C'erano tutti i leader, nessuna spaccatura, nessuno mugugnava, come dicono nella città di Cristoforo Colombo. Anche Bucci ha trovato fortuna lontano da Genova, in mezza Europa e negli Stati Uniti. Poi è tornato e dal settembre 2015 è amministratore unico di Liguria Digitale, società che sta agli Erzelli, la collina dove la città cerca una difficile ripresa. Ma il mondo di Bucci è fatto anche del suo impegno negli scout cattolici, della storia del fratello Luca, laureato in medicina e frate cappuccino, di una certa riservatezza che ai genovesi è sempre piaciuta. «Direi che è americhen». Prego? «Nella vecchia Genova lo chiamerebbero così: uno guardato con ammirazione ma senza invidia, con l'affetto che questa città riserva sempre ai suoi immigrati», racconta Franco Manzitti, giornalista che aprì la redazione genovese di Repubblica, un passato a Il Giornale e al Secolo XIX, uno dei termometri più attendibili per capire gli umori sotterranei della città.
All'inizio della settimana scorsa Bucci è partito per Roma: è atterrato «potenziale» candidato, è ripartito potenziale sindaco. Il cerchio si è chiuso dopo l'incontro con Giorgia Meloni. L'uomo proposto dalla Lega è piaciuto anche alla presidente di Fdi, che ora spiega: «Genova è un laboratorio nazionale del centrodestra». Per diventare sindaco il manager cinquantasettenne potrà contare sugli elettori di Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Liguria popolare (espressione di Area popolare) e Direzione popolare-Raffaele Fitto. Il fronte è completo, messa così restano solo posti in piedi e per rendere subito salda la coalizione bisogna curare anche i dettagli: ma sul nome del vicesindaco e sulla scelta degli assessori si parlerà dopo il voto. Pierluigi Vinacci, altro manager, altro potenziale candidato di Fi, ha fatto un passo indietro e si è messo a disposizione. Gli piacerebbe occuparsi di Sviluppo economico nella giunta che verrà. Percorso analogo hanno fatto l'assessore regionale Ilaria Cavo e Sandro Biasotti, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia. «Con loro avrebbero vinto al primo turno», sussurrano i città sostenitori e oppositori. Si vedrà.
In Liguria l'unità ha già raccolto i primi frutti, il laboratorio del centrodestra ha riservato più di una sorpresa, riprendendosi la Regione 15 anni dopo la giunta Biasotti. Giovedì Giovanni Toti, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno incoronato Bucci. Sotto i quadri di un genovese di talento che affrescò lo yatch di re Faruk.
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