L'Accademia della Crusca boccia Speranza: "Il Ministero parli italiano"

Gli studiosi sconvolti dal documento che il Ministero della Salute e quello dell'Informazione hanno inviato a presidi e docenti per combattere il Covid durante il nuovo anno scolastico

L'Accademia della Crusca boccia Speranza: "Il Ministero parli italiano"

Un documento così indecifrabile che nessuno ha avuto il coraggio di apporci sopra la propria firma. Così, le linee guida lanciate da Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione e Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in vista della ripresa di un anno scolastico (si spera) libero dal Covid, sono diventate più incomprensibili del manoscritto Voynich (codice illustrato risalente al XV secolo, scritto con un sistema che non è stato ancora decifrato).

Già dal titolo, le "Indicazioni strategiche ad interim per la preparedness e readiness ai fini della mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico (a.s. 2022-2023)" sono quanto di più farraginoso, burocratichese ed esotico la lingua contemporanea possa proporre, con un mix diabolico di anglicismi, latinismi ingannevoli ("ad interim" cosa starebbe a significare? Che a settembre le norme entrano in vigore e a ottobre saranno emendate?) e linguaggio scientifico che potrà piacere a Bassetti e Crisanti, molto meno ai dirigenti scolastici.

Difatti, persino l'Accademia della Crusca ha bocciato la proposta lessicale dei ministri Roberto Speranza (Salute) e Patrizio Bianchi (Istruzione). Quando si è trovata di fronte a questa giungla di termini come "setting scolastico", "rationale","igiene respiratoria" e via dicendo, la sezione del Gruppo Incipit della Crusca deve essere rimasta così traumatizzata da aver avuto voglia di chiudere il documento, cestinarlo in ogni sua parte e sperare che l'hardware su cui era stato salvato si potesse autodistruggere nel giro di pochi secondi.

Il mostro lessicale proposto a presidi e docenti è stato definito "un misto di termini tecnici sconosciuti alla quasi totalità degli italiani e di non facile interpretazione anche ricorrendo a dizionari inglesi". Non solo. Il documento è "pessimo nella veste linguistica oscura e farraginosa", viziato da uno "specialismo esagerato e immotivato, con conseguente ricorso a prestiti non adattati e a calchi approssimativi dall'inglese" che "non trova in questo caso alcuna giustificazione plausibile".

Come giudizio finale, la Crusca si affranca persino dal rimandare il Ministro Speranza a settembre, visto che ormai è alle

porte, ma, visibilmente affranta, in tandem con la studiosa Licia Corbolante, si limita a suggerire ai Ministeri qualcosa di davvero rivoluzionario: "Usate la lingua italiana". Sempre che ne siano capaci.

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