Roberto Tomasi, attuale amministratore delegato di Aspi, indagato per attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture, nell'ambito delle inchieste parallele a quella del crollo del ponte Morandi di Genova, ovvero per i 550 chilometri di pannelli fonoassorbenti a rischio crollo, è un collaboratore di giustizia. Con l'avviso di garanzia in mano, avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere, ma non l'ha fatto. Ha preferito parlare e dire tutto ciò che sapeva guadagnandosi la fiducia degli inquirenti: «Un modo di operare diverso da chi lo ha preceduto».
E i risultati sono arrivati: la sua posizione penale dovrebbe venire stralciata dal fascicolo e la Procura di Genova conferma che «si è in attesa di archiviazione».
Secondo la procura, la collaborazione dell'ex uomo forte di Autostrade in Spea (la società che faceva i controlli sul Ponte Morandi) ha permesso di scoperchiare diverse scottanti pentole all'interno di Autostrade e ha inguaiato più di un top manager del gruppo, compreso l'ex ad di Atlantia, Giovanni Castellucci, che uscì con un premio da 13 milioni di euro.
Come riporta Repubblica Genova, il colloquio di Tomasi è top secret, nemmeno gli avvocati degli indagati hanno potuto accedervi, ed è stato utile ai pm per ricostruire il controllo che Castellucci deteneva su Autostrade e Spea (la società delegata al monitoraggio della rete autostradale) dopo il crollo del ponte. Secondo Tomasi, Castellucci era il deus ex machina dell'azienda anche dopo due anni dalla tragedia, anche quando Tomasi era subentrato come ad, insomma. Ed è per questo che a novembre 2020, cinque mesi dopo la chiacchierata di Tomasi, vengono emesse ben 7 misure cautelari, compresa quella di Castellucci, che nel frattempo non era più né in Atlantia né in Aspi, per rischio di reiterazione dei reati e inquinamento delle prove. Un provvedimento però duramente bocciato dal tribunale del riesame.
Di quel colloquio si sa solamente che Tomasi venne interrogato in gran segreto un giorno di fine
primavera 2020, nella caserma della Guardia di Finanza di Busalla dal pm Walter Cotugno. Appena due mesi prima era stato nominato ad dalla famiglia Benetton al posto di Castellucci. E da subito promise ai pm di raccontare tutto.
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