«L'ipocrisia francese mi indigna». Non usa mezzi termini Louis Michel Nekam, nato 38 anni fa a Yaoundé, la capitale del Camerun. Dalla sede della Association de Coopération Italie-Afrique, di cui è segretario generale, segue con apprensione quello che sta accadendo al di là del Mediterraneo. La sua associazione si occupa di formare e avviare al lavoro i giovani africani: «Solo così possiamo sperare di tenerli qui, il Paese ha bisogno di loro», dice.
La notizia sullo stop ai ricollocamenti non l'ha lasciata indifferente.
«Come potrebbe? La Francia ha depredato e sfruttato l'Africa per secoli. Tuttora esercita il suo potere su di noi, stampando e imponendo una moneta coloniale (Franco CFA, ndr) che limita la nostra sovranità monetaria e ostacola lo sviluppo».
Quindi?
«Quindi l'ipocrisia francese mi indigna: Parigi accusa di disumanità l'Italia e poi nega l'accoglienza agli stessi africani che ha contribuito ad affamare con le sue politiche. È un'assurdità».
Cosa pensa della gestione del dossier immigrazione da parte del governo italiano?
«Penso che la linea sia giusta. È chiaro che bisogna fare verifiche e controlli. Le faccio un esempio: lei a casa propria lascerebbe entrare chiunque? Non è aprendo le porte a tutti quelli che vogliono arrivare in Italia che si risolvono i problemi dell'Africa».
Si spieghi meglio
«Favorendo le partenze si continua ad impoverire l'Africa, togliendole ogni chance di riscatto. I giovani africani sono essenziali per il nostro sviluppo. Se non si impegnano loro per il futuro del Paese, su chi altro potremmo contare?».
È colpa delle Ong?
«Sicuramente la loro presenza incoraggia le partenze, così come l'atteggiamento delle istituzioni europee e dei governi italiani che si sono avvicendati in questi anni: dire accogliamoli tutti è solo uno slogan ed i risvolti sono drammatici».
Il deputato ivoriano Soumahoro è andato a Catania per salire a bordo della nave Humanity1.
«Lo so, ho visto il suo video e mi ha rattristato perché dimostra che non ha a cuore la sua terra e la sua gente. Con la sua voce potrebbe attirare l'attenzione sui veri problemi dell'Africa e dire ai giovani di non partire, perché attraversare il mare è pericoloso e lavorare nei campi per pochi euro l'ora è schiavitù. Così dovrebbe parlare un onorevole».
Insomma, lei appoggia in pieno la linea Meloni.
«Assolutamente sì, la Meloni è l'unica ad aver avuto il coraggio di dire che bisogna fare il blocco navale per impedire agli africani di andare a morire in mezzo al mare. Credo debba andare avanti, non sarà facile cambiare quello che è stato fatto per anni ma lei ha la stoffa per riuscirci».
Condivide l'idea di un Piano Marshall per l'Africa?
«Certo, dobbiamo dare ai nostri ragazzi strumenti e motivi per restare. Solo così possiamo aiutare veramente l'Africa».
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