La Corte penale internazionale (Cpi) ha annunciato l'apertura di un'inchiesta su presunti crimini compiuti nei Territori palestinesi occupati. Il mese scorso i giudici dell'Aia avevano stabilito di avere giurisdizione sulla situazione nei Territori palestinesi occupati, aprendo la strada a un'indagine su crimini di guerra contro Israele e il gruppo palestinese Hamas in Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est. Lo Stato ebraico non riconosce la giurisdizione del tribunale internazionale del quale non ha ratificato il trattato istitutivo.
Ci sono «casi potenzialmente ammissibili» per la corte - ha detto la procuratrice capo Fatou Bensouda, aggiungendo che l'inchiesta sarà condotta «in modo indipendente, imparziale e obiettivo, senza timori né favori». «Alla fine la nostra preoccupazione principale devono essere le vittime dei crimini, sia palestinesi che israeliane, derivanti dal lungo ciclo di violenza e insicurezza che ha causato profonda sofferenza e disperazione da tutte le parti», ha sottolineato.
Immediata è arrivata la replica piccata del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha definito la decisione «l'essenza dell'antisemitismo e dell'ipocrisia». Il premier ha promesso di «continuare la lotta per la verità».
Di «giorno vergognoso» ha parlato anche Gideon Sàar, leader del partito «Nuova Speranzà»: «La Cpi si è lasciata sequestrare da sponsor del terrore», ha affermato su Twitter. Critiche sono arrivate pure da associazioni di destra e organizzazioni dei coloni.
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