Uno potrebbe dire: non c'è nulla di liberale nel chiedere allo Stato di intervenire in economia. Vero. Eppure anche Adam Smith, il liberista per eccellenza, riteneva che il governo potesse occuparsi di opere pubbliche. Ovvero quelle che noi oggi chiamiamo «infrastrutture». Non poteva che essere questo il cuore del primo incontro di ieri al Teatro Petruzzelli di Bari durante la festa della Ripartenza organizzata dal vice direttore del Giornale, Nicola Porro. Quando parliamo di infrastrutture, non dobbiamo pensare solo alle autostrade. Ci sono anche quelle, certo. Ma poi occorre considerare la rete ferroviaria, le navi, la rete elettrica e quella della fibra di internet. Un «sistema» enorme, fatto di diverse ramificazioni, che dovrebbe servire ad aziende come quella di Antonio Rummo, vicepresidente dell'omonima azienda - anche lui presente all'incontro - a produrre la sua pasta, a portarla via nave negli Usa, ad avere abbastanza energia per le fabbriche e la connettività ideale per sponsorizzarla sul mercato mondiale. «Per investire - dice Rummo - dobbiamo essere messi in condizione di farlo». E lo scheletro di ogni attività aziendale sono le infrastrutture.
Pensiamo alla fibra ottica. In Italia, spiega Mario Rossetti, l'ad di Open Fiber, abbiamo migliaia di Comuni con meno di 5mila abitanti. «Collegarli a internet veloce significa permettere a chiunque di vivere in queste aree rurali come se fosse in città». E quindi, ovviamente, anche di lavorare da remoto. Il Pnrr prevede investimenti da 24 miliardi in totale di cui 14 per il 2022. Una cifra enorme, che però si scontra con un piccolo grande problema: l'aumento dei costi dovuti al caro energia e alla guerra in Ucraina. «Noi - spiega Vera Fiorani, ad e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana - abbiamo registrato aumenti fino al 45%. Molti dei bandi di gara pubblicati sono andati deserti». Ma forse il paradosso più grande è un altro: con tutti questi investimenti di lì a venire, con il lavoro che si crea e i cantieri che si aprono, molte aziende hanno difficoltà a trovare lavoratori. Lo dice Vincenzo Ranieri, amministratore delegato E-Distribuzione, che ha bisogno di 5mila operai nel settore elettrico. E lo conferma Rossetti per Open Fiber, che ne chiede 8mila. «Con 10 milioni di poveri in Italia - dice Guido Grimaldi, del gruppo navale Grimaldi - noi abbiamo difficoltà a trovare figure a bordo delle nostre navi. Mancano in 3-4mila tra camerieri, medici di bordo, comandanti e macchinisti, eppure offriamo stipendi importanti».
Grimaldi ha addirittura pensato ad un «bonus estate» per spingere i giovani ad accettare un lavoro che avrebbe già un compenso da 1.500 o 2mila euro al mese in su. «É una situazione paradossale: abbiamo 800 mila passeggeri in più rispetto all'anno scorso eppure ci manca la forza lavoro per fornire loro i servizi».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.