L'allarme sull'affluenza. La proposta di Calenda: "Election day annuale"

Dalle Politiche alle Amministrative mega esodo: -20% rispetto a quattro anni fa

L'allarme sull'affluenza. La proposta di Calenda: "Election day annuale"
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La fuga degli italiani dalle urne non si arresta. La metà degli elettori diserta le urne. Milioni di italiani scappano dal voto. Un esodo inarrestabile: regionali, europee, politiche. Il calo è costante. Nell'Emilia Romagna, la regione che faceva registrare il più alto tasso di partecipazione da sempre, alle ultime regionali non si raggiunge il 50%. È il record negativo. È del 46,42% l'affluenza definitiva in Emilia Romagna. Nel precedente turno elettorale l'affluenza era stata del 67,67%. Un segno meno del 20%. Il neo governatore Michele De Pascale è stato eletto senza il voto del 50% degli elettori della Regione. La candidata sconfitta Elena Ugolini mette subito agli atti: «Collaboriamo per combattere l'astensionismo».

Non va meglio in Umbria dove l'affluenza è stata pari al 52,30%. Sensibile il calo rispetto alla volta scorsa del 2019: in quell'occasione si recò alle urne il 64,69% degli aventi diritto. Un dato che conferma il trend già registrato alle Europee di giugno che segnarono il record negativo dell'affluenza con il 48,21% degli aventi diritto. Un italiano su due non si reca più alle urne. L'ex premier Romano Prodi a La Stampa lancia l'allarme: «Sono anni che nel mondo democratico si cala, si cala, si cala. Andremo a finire male». Il leader di Azione Carlo Calenda individua le ragioni della disaffezione nelle ripetute tornate elettori. Ecco che allora Calenda propone: «I dati sull'affluenza confermano l'esigenza di stabilire un solo Election Day annuale nazionale per tutte le elezioni amministrative e per i referendum. È una proposta che porteremo in Parlamento nei prossimi giorni».

Più articolato il ragionamento del ministro Paolo Zangrillo: «La scarsissima affluenza alle urne, registrata in Umbria ed Emilia, così come il mese scorso in Liguria, è un campanello d'allarme che la politica deve saper cogliere». Il pensiero del ministro è netto: «Se abbiamo tanti cittadini che non partecipano al momento clou della vita politica, perché l'unico momento in cui un cittadino effettivamente ha la possibilità di incidere è quando va a dare il suo voto sottolinea Zangrillo - significa che c'è un disinteresse verso la politica. Noi dobbiamo ritornare a fare politica nel senso nobile del termine, che significa saper dialogare e saper ascoltare». Per Zangrillo questo è «uno degli impegni, una delle responsabilità e dei doveri che deve avere un politico. Anche nel mio ruolo di ministro - rileva - mi occupo moltissimo dei territori. Cerco di essere il più possibile a contatto con le amministrazioni territoriali, proprio perché se vogliamo fare una politica giusta, dobbiamo essere capaci di ascoltare le istanze dei territori. Poi, alla fine, quello che devono fare i ministeri centrali è proporre delle soluzioni per i cittadini e per le imprese, ma l'unico modo per farlo è quello di essere capaci di dialogare e di ascoltare». Secondo il ministro, «oggi probabilmente abbiamo un po' perso questa capacità e i cittadini ci stanno dicendo che sono sempre meno interessati a quello che raccontiamo loro. Quindi, occorre ritornare a dialogare con i cittadini».

E spulciando lo storico delle elezioni non sembra essere un problema di tornate locali.

Il calo investe anche le Politiche. Nel 2022 l'affluenza fu del 63,4%: 9 punti in meno rispetto alla precedente tornata elettorale del 2018, quando l'affluenza era stata del 72,94% per Montecitorio e del 73% per Palazzo Madama.

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