"L'alleanza si salva col modello Berlusconi"

Il cofondatore di Fdi: "Basta competizioni interne o il centrodestra sparisce"

"L'alleanza si salva col modello Berlusconi"

Soltanto il modello Berlusconi può essere la chiave per il futuro del centrodestra. Ne è convinto Guido Crosetto che insieme a Giorgia Meloni ha contribuito a fondare Fratelli d'Italia e che oggi da osservatore analizza le ultime elezioni amministrative.

Il centrodestra non decolla, Salvini ha fatto il mea culpa e si parla di effetto-Meloni a Roma.

«Il futuro del centrodestra passa per la decisione di ogni partito di annacquarsi un po', diciamo così. Se continuerà la competizione tra i partiti il centrodestra scomparirà. La grande capacità di Berlusconi è stata proprio quella di ottenere molti voti, ma privilegiare sempre alla fine i rapporti con gli alleati per costruire una vera alternativa alla sinistra. E penso che questo debba essere il percorso da fare ora nel centrodestra».

Quale indirizzo può ancora valere oggi come collante del centrodestra: il sovranismo, il civismo o il moderatismo?

«Tutte le volte che il centrodestra individua un nome civico e moderato parte un fuoco di fila per danneggiarlo. Gandhi sarebbe troppo magro. De Gasperi troppo vecchio. Il tema è la comunicazione».

Un centrodestra che non scommette troppo sulla valorizzazione delle libertà, su professionisti e imprenditori, forse non esprime un'offerta politica forte?

«Secondo me la dà, ma con gli attuali media italiani è difficile trasmetterlo».

È d'accordo con la Meloni sull'ipotesi di Draghi al Colle e poi subito al voto?

«Parlai di Draghi al Quirinale a maggio. Per me sarebbe importante per l'Italia, un elemento di garanzia internazionale».

La proposta di Giorgia Meloni potrebbe contribuire a vincere anche l'astensionismo?

«Sono stati pochi i governi eletti negli ultimi dieci anni, la scarsa partecipazione al voto è comprensibile. Le persone percepiscono che il loro voto non vale e che il parlamentare che scelgono, se pur valido, competente, alla Camera e al Senato non conterà nulla è l'effetto limitazione della democrazia».

Cosa ha penalizzato Salvini, forse l'«effetto Draghi», il fatto di essere al governo con lui?

«No. Penso che abbia pagato il fatto di aver raggiunto un livello altissimo di popolarità e di non aver aggiornato i messaggi. Il mondo è cambiato. Non c'era il Covid. E poi non paga più lo slogan secco, le persone vogliono approfondire, capire».

I 5 Stelle penalizzati per l'incompetenza?

«Nulla erano e nulla sono. Solo una bolla mediatica, una volta arrivati al potere si sono omologati. L'altro giorno mi è arrivata una foto su Instagram di un ex parlamentare grillino, noto per essere No Tav e poi per essere stato nominato alla società Traforo del Monte Bianco, ritratto sul sedile posteriore di una Rolls Royce».

Le ragioni della vittoria del centrosinistra alle amministrative?

«Sono bravissimi a mediare, non mollano mai, fanno patti anche col diavolo e hanno una clientela che nessun altro ha».

La partita è aperta a Roma?

«Apertissima, si riparte da zero».

E di Carlo Calenda che pensa

«Spero che rilanci a livello nazionale il suo esperimento locale, senza chiudersi in un'area che non lo vuole».

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