A sintetizzare con cristallina chiarezza la condizione e il ruolo di Forza Italia nel fuoco incrociato dei risultati elettorali e dei malumori salviniani ci pensa il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè. L'argomento è il fisco e la delega chiesta dall'esecutivo per portare avanti la riforma del sistema tributario e quella del catasto. «Le parole del premier Draghi in merito all'imposizione fiscale sulla casa che non aumenterà sono scolpite sulla pietra, non si possono mettere in discussione - spiega il parlamentare azzurro - D'altronde gli italiani devono sentirsi rassicurati. L'antifurto fiscale sulla casa ha funzionato e quell'antifurto siamo noi di Forza Italia». Un modo per stoppare non soltanto le iniziative ma anche le polemiche avanzate dal Pd e dalla sinistra, ma anche per rassicurare il fronte salviniano sul fatto che la pressione fiscale non sarà affatto toccata. «C'è questo tic della sinistra sulla imposizione fiscale e contro i patrimoni - aggiunge Mulè - che è come una specie di mantra in cui cadono tutti da Graziano Delrio, a Matteo Orfini passando per Nicola Fratoianni che arriva fino a Enrico Letta con la dote ai diciottenni finanziata con una tassa. Ma ci siamo noi al governo e questa è la garanzia che non avverrà nulla del genere e che le tasse non verranno mai alzate».
Una rassicurazione per gli italiani e per la Lega, dunque. E i primi risultati si vedono con le dichiarazioni di ieri di Salvini che la Lega non uscirà dalla maggioranza di governo.
«A noi sta a cuore una rapida ed efficace attuazione della legge delega - spiega la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini -, nel senso indicato a larghissima maggioranza dalle Commissioni parlamentari: meno tasse sul ceto medio e riduzione del cuneo fiscale e contributivo, nessuna patrimoniale, graduale abolizione dell'Irap, certezza delle norme e tutela del contribuente».
Sul fronte del voto, i risultati delle amministrative non hanno acceso l'entusiasmo nel centrodestra. Se i leader si sono sentiti telefonicamente, come ha rivelato la stessa Meloni, è pur vero che un vertice della coalizione per li momento non è in agenda. La situazione dei rapporti tra alleati al momento è congelata in attesa dei ballottaggi. In questo senso anche Berlusconi ha preferito rinviare il suo ritorno nella Capitale. In attesa, dicono fonti di Forza Italia, di avere un quadro più chiaro del rapporto con gli alleati.
«Adesso l'impegno principale è quello di lavorare, senza polemiche, per i ballottaggi - conferma il coordinatore nazionale degli azzurri, Antonio Tajani -. Dopo si potrà migliorare, scoprire dove sono gli errori, come riorganizzarci».
Secondo l'europarlamentare azzurro in alcuni casi i risultati sono significativi (il ballottaggio a Torino e la vittoria in Calabria con Occhiuto) che dimostrano che la coalizione può vincere con candidati largamente condivisi.Piccola nota di colore: il neo governatore calabrese Roberto Occhiuto (attualmente capogruppo azzurro alla Camera) è stato accolto a Montecitorio da un lungo applauso e dagli auguri della presidenza.
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