Emergono altri dettagli dell'affare colombiano in cui Massimo D'Alema è stato registrato a sua insaputa mentre parlava al telefono con un interlocutore di Bogotà di come vendere navi e aerei militari di Fincantieri e Leonardo alla Colombia. L'ex premier non aveva alcun mandato ufficiale a negoziare per conto delle partecipate dallo Stato. Del resto Leonardo per vendere aerei M-346 in Colombia aveva già un intermediario ufficiale, la società colombiana Aviatek di Luis Zapata. E questo sarebbe stato visto come un problema da risolvere agli occhi D'Alema che invece, stando alle sue stesse parole, avrebbe avuto interesse a che il negoziato passasse dallo studio Robert Allen di Miami. È lui stesso a scriverlo ai suoi interlocutori con cui stava lavorando all'affare via chat: «Abbiamo un problema con la società colombiana che ha un contratto con Leonardo, ma lo risolveremo». Sembra riferirsi proprio ad Aviatek. E il problema si stava davvero risolvendo, visto che Leonardo è arrivata a scrivere una bozza di contratto con lo studio Allen, anche se mai perfezionata, nonostante la presenza di un altro intermediario ufficiale.
Ma non c'è solo la trattativa per vendere alla Colombia navi e aerei militari delle aziende partecipate. D'Alema si sarebbe dato da fare per concludere un'altra operazione nel Paese sudamericano, questa volta nel campo dell'energia rinnovabile, per conto di una società d'investimento di cui D'Alema, almeno stando ai messaggi inviati ai suoi interlocutori, si è presentato come «Advisor». Del resto era stato lo stesso ex premier a dichiarare pochi giorni fa in un'intervista al Corriere, alla domanda su cosa ci avrebbe guadagnato da questa storia, che «la mia società avrebbe avuto dei vantaggi nel campo dell'energia, delle infrastrutture, in rapporto alle aziende private con cui collaboro». D'Alema, contestualmente alla possibile vendita di navi e aerei avrebbe lavorato con gli stessi mediatori in Colombia su un progetto parallelo: Las Marias. Un fondo con sede a Londra, Alliance renewables capital limited, di cui D'Alema si presenta da solo come advisor, doveva investire nell'acquisto di quote di una società, la Ayc solutions, con sede a Medellin, per 13,2 milioni, nell'ambito di un progetto fotovoltaico. Ancora una volta l'interlocuzione passa attraverso i pugliesi del business Fincantieri e Leonardo e dal potente Edgar Ignacio Fierro, l'ex paramilitare delle Auc ora riabitato da un «perdono pubblico» con cui D'Alema discuteva dei prodotti delle partecipate. Lo stesso Fierro compare in copia in una mail nelle fasi iniziali del negoziato su Las Marias, in cui avrebbe favorito i contatti. Il 16 dicembre D'Alema scrive: «Sto aspettando la copia del contratto per l'acquisto di energia per Las Marias». Due giorni dopo: «Non hanno mandato la copia, se arriva chiudiamo l'operazione». Ancora il 19 dicembre D'Alema sollecita: «Io posso inviate un impegno di no disclosure, se è necessario Lo faccio firmare al Ceo di Alliance Renewables e lo firmo anche io come Advisor».
Ancora: «Se ci saranno risposte positive c'è sicuramente interesse all'acquisto. Non appena la verifica sarà completata, faranno un'offerta». E in effetti l'offerta non vincolante, firmata dal direttore del fondo Roberto Scognamiglio, arriva il 27 gennaio. Anche questo affare però poi si blocca.
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