"Penso che Renzi sia capace di parlare direttamente alla gente e alle sue frustrazioni. Per certi versi è com'era Ronald Reagan negli Stati Uniti. Regan parlava in modo comprensibile. Seppe rispondere veramente a ciò che la gente chiedeva". A mettere addirittura a confronto i due politici è l'ambasciatore statunitense in Italia John R. Phillips intervistato da Repubblica. Il diplomatico parla delle riforme che il premier italiano che conosce "da cinque anni" deve attuare e delle preoccupazioni dei possibili investitori americani in Italia.
Renzi, per Phillips, spinge per le riforme e queste hanno delle "potenzialità enormi per l'Italia". Il problema comunque è vedere se "il sistema politico saprà recepire le trasformazioni o se è troppo rigido, diviso tra gruppi di interesse". I mille giorni che ha chiesto il premier comunque "sono sufficienti per mostrare dei progressi e per prendere voti" anche se "l'applicazione delle riforme richiederà più tempo".
Infine l'ambasciatore statunitense si sofferma sulle preoccupazioni degli imprenditori americani che sono "desiderosi di investire in Italia" e voi "avete bisogno di investimenti esteri diretti perché potreste diventare una delle colonne portanti dell'Europa". Anche se ci sono dei dubbi che li frenano, come per esempio "la rigidità della gestione della manodopera perché negli Stati Uniti, specialmente nelle start-up, uno assume i propri collaboratori e se la cosa non ingrana può licenziarli".
"Ma il deterrente più grande - continua Phillips - è il sistema giudiziario Un'azienda vuole che sia possibile far rispettare un contratto, che ci sia un posto a cui rivolgersi per ottenere un risarcimento. Non puoi aspettare otto o dieci anni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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