L'amica della vittima conferma: "Era offuscata"

C'è una parola che ieri fa ingresso nel processo a Ciro Grillo, figlio di Beppe, e ai suoi tre amici accusati con lui di stupro di gruppo. La parola è "offuscata"

L'amica della vittima conferma: "Era offuscata"

C'è una parola che ieri fa ingresso nel processo a Ciro Grillo, figlio di Beppe, e ai suoi tre amici accusati con lui di stupro di gruppo. La parola è «offuscata», e rischia di pesare sul destino processuale dei quattro ragazzi genovesi. A metterla a verbale davanti ai giudici di Tempio Pausania è Adelaide Malinverno, giovane amica di S.: la ragazza italo-norvegese che accusa Grillo e gli altri di avere approfittato di lei, una notte di luglio del 2019, nella villa di famiglia in Costa Smeralda.

Adelaide ha raccolto le confidenze di S. nei giorni successivi alla notte di Arzachena. Ieri, interrogata in aula, inizialmente tentenna, dice di non ricordare con precisione il racconto dell'amica. Poi, incalzata dal pm Gregorio Capasso, recupera la memoria. Riferisce che S. delle ore trascorse nella villa aveva memoria confusa. Era «offuscata», dice. Colpa della vodka ingurgitata dopo essere stata rimorchiata insieme a un'amica dal quartetto, e avere accettato l'invito a villa Grillo. L'unico ricordo preciso erano i lividi che aveva addosso, e che mostrò all'amica Adelaide.

Il dettaglio è importante, perché se S. era così malconcia di avere un ricordo offuscato della notte, è quasi impossibile che i ragazzi non si rendessero conto di avere davanti a loro una persona che non sapeva bene quello che faceva. Siccome è accertato, per ammissione degli stessi imputati, che la ragazza ebbe plurimi rapporti sessuali, se non era in grado di esprimere lucidamente il suo consenso allora - in base a tutte le sentenze più recenti - siamo davanti a uno stupro.

È per questo che dopo la conclusione dell'udienza Giulia Bongiorno, legale di parte civile, dichiara «reputo utile riscontro all'autenticità della denunzia della mia assistita quanto dichiarato oggi dalla testimone».

Più il processo si avvia alla fine, e più è chiaro che il fattore decisivo nella sentenza sarà proprio quello delle condizioni mentali di S., e della percezione che ne poterono avere i quattro prima di andare a letto con lei.

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