L'ammissione di Murdoch su Fox News: "Appoggiò le bugie sulle elezioni rubate"

L'editore amareggiato, sotto giuramento, fa il pentito: "Ma non fu l'intera tv, solamente alcuni conduttori. Con il senno di poi..."

L'ammissione di Murdoch su Fox News: "Appoggiò le bugie sulle elezioni rubate"

Rupert Murdoch, proprietario di Fox News, ha ammesso sotto giuramento che diversi conduttori dell'emittente televisiva americana hanno avallato la tesi, falsamente sostenuta dall'ex presidente Donald Trump, secondo cui nelle elezioni del 2020 gli era stata sottratta la vittoria. L'ammissione del magnate statunitense, a capo di un impero mediatico e proprietario anche della Fox News che dà voce all'estrema destra americana, è arrivata durante una deposizione nel quadro della causa per diffamazione da 1,6 miliardi di dollari intentata contro il network dalla Dominion Voting Systems, che produce e vende hardware e software per il voto elettronico. La società ha accusato Fox News e la Fox Corporation di diffamare la sua reputazione. Le «fake news» di Trump sono culminate nell'assalto a Capitol Hill da parte dei suoi sostenitori più estremisti e poi nell'impeachment dell'ex presidente, il secondo che ha coinvolto l'ex capo della Casa Bianca.

Nella sua deposizione, Murdoch ha riconosciuto che i conduttori Maria Bartiromo, Lou Dobbs, Sean Hannity e Jeanine Pirro hanno «avallato» la falsa narrazione promossa da Trump «ma non la Fox», ha precisato, per sottolineare che non era la posizione dell'intero network, anche se di fatto si tratta degli anchor che dettano la linea editoriale. «Con il senno di poi - ha affermato Murdoch nella deposizione, secondo quanto riporta il New York Times - mi sarebbe piaciuto che fossimo stati più forti nel denunciare la cosa», ha spiegato l'editore. Murdoch avrebbe inoltre quantificato il grado di adesione dei diversi conduttori alla falsa narrativa elettorale: «Alla domanda se la conduttrice di Fox News, Jeanine Pirro, abbia approvato le affermazioni, Murdoch ha risposto: «Penso di sì». L'ex conduttore Lou Dobbs lo avrebbe fatto «molto» e l'anchorman di prima serata Sean Hannity «un po'».

I commenti di Murdoch arrivano mentre c'è grande attesa per la Convention repubblicana, chiamata Cpac, Conservative Political Action Conference, ospitata a Washington Dc da oggi e fino a domenica. Già alla vigilia dell'evento, tutti devono fare i conti con un dato di fatto. Trump resta ancora forte e popolarissimo. Proprio secondo un sondaggio di Fox News su ipotetiche primarie per le presidenziali 2024, «The Donald» ha quindici punti di vantaggio sul governatore della Florida, Ron DeSantis. E secondo il rilevamento di Emerson College, l'ex presidente guida con il 50 per cento dei consensi tra gli elettori repubblicani, mentre DeSantis è fermo al venticinque. Trump è più resistente di quello che tutti pensavano. Accusato di portare avanti una campagna elettorale in tono minore, assediato dalle inchieste che lo inseguono da ogni parte, dalla Georgia a New York, il tycoon sembra ancora molto saldo nel cuore dei suoi elettori. Nei quattro giorni, che si preannunciano infarciti di messaggi politicamente scorretti e di attacchi al presidente Joe Biden, il tema sarà quello degli ultimi 7 anni: Trump sì o no. Prevarrà la prima opzione. I fedelissimi faranno sentire il peso del tycoon: sono attesi tutti i rappresentanti dell'ultra destra.

Sicure le presenze del cerchio magico del tycoon, inclusi il figlio Donald Jr. con la fidanzata, Kimberly Guilfoyle, quella di «The best is yet to come!», il «meglio deve ancora venire», pronunciato alla convention del 2020. Non portò bene, ma è possibile che Guilfoyle non cambi registro.

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