"Sono piuttosto preoccupata dai gesti di odio, poiché indicano un'emergenza e un fallimento". Luciana Lamorgese esordisce così nell'intervista rilasciata a La Repubblica, nel corso della quale ha parlato della problematica relativa all'intolleranza: "Un'emergenza culturale e civile. Che mette in discussione le ragioni stesse del nostro stare insieme". Il ministro dell'Interno ha elencato diversi casi recenti, dalla scritta nazista di Mondovì alla violenza verbale nei confronti di Liliana Segre, per esprimere la propria indignazione: "Dimostrano che è stato superato l'argine e dimostrano, per altro, il definitivo divorzio tra significante e significato nell'uso delle parole. Nell'odio in cui siamo immersi c'è spesso assenza totale di pensiero. Assoluta ignoranza della storia. Io a questo fallimento non voglio rassegnarmi e penso non sia giusto rassegnarsi".
L'ex prefetto non ha voluto rispondere ad alcuna domanda su Matteo Salvini: "Del senatore Salvini non parlo. È una regola che mi sono data e a cui non intendo derogare. E non lo dico in tono polemico, davvero. Lo dico perché trasformerebbe quello che mi sta a cuore dire e le ragioni e il senso di questa conversazione in un'altra cosa".
Contro l'indifferenza
La titolare del Viminale ha poi parlato dell'indifferenza, che ritiene essere assolutamente "imperdonabile". Perciò ha voluto elencare la serie di provvedimenti da lei adottati per combatterla: su tutti rivendica orgogliosamente di aver riattivato il Centro di coordinamento delle attività di analisi e scambio "per contrastare e contenere il contagio dell'odio". Inoltre nella sua agenda ci sono anche diversi incontri nelle scuole: "È successo la scorsa settimana, qui a Roma, nel quartiere Monteverde. Perché nella trasmissione della memoria, il contatto tra chi parla e chi ascolta è fondamentale. Ho visto ragazzi piangere mentre raccontavo il viaggio verso i campi di sterminio".
La Lamorgese, in quanto ministro dell'Interno, ha una competenza specifica su un altro incubatore del linguaggio dell'odio: in relazione alla situazione negli stadi, ha rivelato che nella giornata di ieri ha avuto un incontro con un rappresentante della Lega Calcio. "Ho molto apprezzato le iniziative assunte recentemente e spontaneamente dalla Roma e dalla Lazio non solo per isolare, ma per stigmatizzare un certo tipo di linguaggi e comportamenti", ha fatto sapere.
L'ex prefetto infine ha voluto lanciare un messaggio alle attuali e alle future generazioni: "La posta
in gioco è il nostro futuro. Che Paese vogliamo consegnare ai ragazzi e ai giovani che domani saranno la sua classe dirigente? Per questo lavoro ogni giorno seduta a quella scrivania che occupo in questo momento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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