A Lampedusa per ringraziare Finanza e Guardia costiera

A Lampedusa per ringraziare Finanza e Guardia costiera

Gentile direttore,

ciascuno è libero di scegliere la propria spiaggia. C'è chi si ritempra a Milano Marittima o chi si gode il sole della Sardegna. Io oggi ho scelto le splendide acque della Sicilia. Quel mare blu di infinito e quella striscia di terra ultimo avamposto della nostra Italia: Lampedusa. Ci andrò perché ho un debito di coscienza e riconoscenza con le donne e gli uomini in divisa da anni impegnati in quel mare cristallino a soccorrere barconi di disperati. Incontrerò i militari della Guardia di finanza e della Guardia costiera per testimoniare loro la profonda gratitudine di Forza Italia. Un doveroso riconoscimento nei confronti di chi ha sempre saputo coniugare fermezza e umanità: la bussola che dovrebbe orientare anche una politica troppo spesso fondata sulla propaganda e sulle divisioni ideologiche. Inutile girarci intorno. Penso al caso della capitana Carola, trasformata dalla sinistra in una specie di eroina shakesperiana, nonostante la violazione dei nostri confini e il tentativo di speronamento alla motovedetta della Guardia di finanza. Dei finanzieri che hanno rischiato la vita facendo il proprio dovere, invece, non ha parlato più nessuno: anzi, qualcuno ha perfino tentato di addebitargli la responsabilità di una manovra azzardata. Questo è incredibile, ridicolo, perché il mantra buonista dell'accoglienza indiscriminata porta al suicidio di una Nazione e finisce per dipingere come buoni samaritani i trafficanti di esseri umani, che sono invece criminali.

Forza Italia non ha dubbi: per governare l'immigrazione bisogna ispirarsi al criterio della convenienza, decidendo noi quanti migranti si possono accogliere. La sinistra anti-italiana, che tifa per le Carole senza se e senza ma, non può travisare la realtà: la sfida umanitaria, anche quando è mossa da nobili ragioni, non può mai sfociare in atti di pirateria. Si parla tanto degli obblighi derivanti dal diritto del mare, ma fra questi c'è la cooperazione per la gestione condivisa dei salvataggi fra tutti gli Stati, e su questo la comunità internazionale, Ue in primis, è del tutto inadempiente. Senza dimenticare che la Corte europea per i diritti umani ha stabilito che uno Stato, in base alla propria sovranità, ha diritto di regolamentare l'accesso ai suoi porti. L'Europa dei Ponzio Pilato, quindi, non può darci lezioni, e non possono nemmeno bastare le rassicurazioni della presidente Von der Leyen sul superamento del Regolamento di Dublino: ci ha provato più volte anche il suo predecessore Juncker trovando un muro invalicabile negli egoismi nazionali, lo stesso muro non a caso rivitalizzato nell'ultima proposta-beffa di Francia e Germania. Per contare il numero dei ricollocamenti da Italia e Malta basterebbe un pallottoliere, mentre nel frattempo i nostri amici europei ci hanno chiesto di riprendere più di 60mila migranti, i cosiddetti dublinanti, appunto. Alla faccia della tanto sbandierata solidarietà.

L'unica vera soluzione sarebbe un impegno internazionale per bloccare all'origine le rotte dei migranti con il contestuale rafforzamento dei corridoi umanitari: ma siccome ci vorranno anni, nel frattempo l'Italia dovrà difendersi da sola, visto che l'Europa continua a non considerare i nostri anche come i propri confini.

Noi condividiamo buona parte dei decreti sicurezza del governo, ma siamo convinti che siccome il numero degli irregolari sul nostro territorio è ulteriormente cresciuto se non diamo più uomini, mezzi e risorse alle forze dell'ordine e ai nostri militari, la lotta all'immigrazione clandestina è destinata a diventare una missione impossibile.

Per questo Forza Italia ha presentato emendamenti mirati al decreto sicurezza bis che prevedono lo stanziamento di almeno un miliardo. È insieme una sfida costruttiva al governo e un atto di sostegno concreto alle donne e agli uomini che dedicano la loro vita alla difesa di tutti. Lo dirò oggi a Lampedusa, insieme a un immenso e doveroso «grazie».

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