Lampedusa sempre più sotto assedio. Gli impianti divelti per caricare i cellulari

L'hotspot attualmente ospita 1883 persone, cinque volte più della capienza prevista. Lo scandalo dei pulmini: non funzionano

Lampedusa sempre più sotto assedio. Gli impianti divelti per caricare i cellulari

È stato un weekend di Pasqua intenso per gli sbarchi di migranti sull'isola di Lampedusa. Dalla Tunisia continuano a partire ogni ora del giorno e della notte i barchini che in poche ore di navigazione toccano le coste italiane. Il primo punto di accoglienza per tutte queste persone è l'hotspot di contrada Imbriacola, una struttura aperta nel 2015 che oggi ha una capienza massima di 350 migranti nei diversi padiglioni che la costituiscono. Considerando che nei periodi di massimo afflusso come questo arrivano sull'isola oltre mille persone al giorno, l'hotspot non è in grado di far fronte alle necessità, per quanto l'enorme macchina dell'accoglienza italiana sia operativa 24 ore su 24.

All'alba di lunedì 10 aprile all'interno dell'hotspot erano presenti quasi 1.900 migranti, per la precisione gli ospiti registrati erano 1.883, frutto degli oltre 1.700 arrivi che si sono susseguiti sull'isola a partire dallo scorso sabato e che sono proseguiti incessantemente fino a Pasquetta. Dopo il primo controllo al molo vengono trasportati qui ma è emerso che i mezzi impiegati per compiere questo breve tratto, e viceversa, sono inidonei allo scopo: uno è totalmente inefficiente per il trasporto di persone, l'altro è necessario metterlo in moto 20 minuti prima dell'avvio in marcia, il che rallenta tutte le operazioni.

Nell'hotspot ricevono pasti, vestiti e qui vengono effettuate le prime identificazioni prima dei trasferimenti in altre strutture, ma quando gli arrivi sono così massicci si creano i sovraccarichi. Nella giornata di ieri la prefettura ha disposto il trasferimento di oltre 220 migranti, che hanno lasciato Lampedusa a bordo di un traghetto di linea che in serata ha raggiunto la Sicilia, ma nel frattempo sono proseguiti gli arrivi.

L'immagine di quasi 1900 persone compresse in una struttura che ne può ospitare meno di 400 rende bene l'idea dell'emergenza che questa piccola isola subisce a ciclo continuo. Il sovraccarico sull'hotspot di Lampedusa crea anche inevitabili problemi di sicurezza, in quanto non sono rari gli scontri e le risse, spesso violente, tra migranti di diverse etnie che qui si incontrano al momento del loro arrivo. Dopo la visita dello scorso 2 aprile di Cristiano Caponi, direttore dell'Istituto nazionale della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà, è anche emerso che gli impianti elettrici della struttura vengono divelti dagli ospiti per poter mettere in carica i telefoni, in barba alla sicurezza.

Mezzi inefficienti, impianti elettrici fuori norma, e non solo, aggravano un quadro già critico ma la cooperativa Badia Grande, che si occupa della gestione, dichiara in una nota: «La manutenzione dell'hotspot non è incombenza dell'ente gestore. Il contratto tra la prefettura di Agrigento e la ditta incaricata della manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura si è concluso il 31 dicembre scorso e non è stato rinnovato».

Davanti all'emergenza, il sindaco chiede che l'hotspot non venga ampliato e che non vengano aggiunti ulteriori padiglioni per migliorare la capacità di accoglienza della struttura ma vorrebbe che ci fossero navi e aerei di stanza sull'isola per

effettuare nell'immediato i trasferimenti dall'hotspot ad altre strutture una volta espletate le pratiche burocratiche di base previste: «L'emarginazione geografica non consentirebbe di superare le carenze sanitarie e di viveri».

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