Senatore Davide Faraone, come Iv avete chiesto che il ministro Crosetto si spieghi in aula, ma lo avete anche difeso dagli attacchi di toghe e opposizioni. Perché?
«Il ministro ha fatto una disamina oggettiva: impossibile contestarla. Il punto è cosa fa il governo per mettere mano, alla giustizia? Cosa aspetta ad incardinare i testi del Guardasigilli Nordio? Noi siamo pronti a votarla. Loro? A Tajani e a Forza Italia, che in queste ore stanno dicendo che la riforma resta una priorità, chiedo: cosa aspettate a tirarla fuori dai cassetti? O pensate di potervi limitare alle interviste?»
Da cosa nasce il riflesso pavloviano della sinistra di allinearsi con le procure, parlando di «complotti immaginari», come se gli sconfinamenti del potere giudiziario in quello politico fossero una curiosa rarità?
«È uno scontro ideologico che va avanti da più di 30 anni. La sinistra non dovrebbe essere per sua natura giustizialista, ma qui lo è. Il Pd non dovrebbe andare in scia di Conte e del Fatto Quotidiano. La riforma della giustizia va fatta innanzitutto per la stragrande maggioranza dei magistrati che fanno il loro lavoro in silenzio, senza sconfinare e senza mandare la gente in galera per tentativi».
Voi però siete severi con il governo sulla gestione della riforma della giustizia. Perché?
«Giorgia Meloni sulla giustizia scappa. La premier parla di tutto, ma sulla giustizia mantiene uno strettissimo riserbo. Anche su Crosetto, non una parola. Perché lo fa? Iv è pronta a sostenere la riforma, Meloni si decida a mandarla in Parlamento».
I magistrati si ribellano all'idea di poter essere sottoposti a valutazioni professionali o test attitudinali, come succede in tutta Europa. Perché ne hanno tanta paura?
«Incomprensibile. Partiamo dal presupposto che intraprendere la carriera del magistrato vuol dire anche dimostrare di avere doti indubbie di equilibrio. Ed allora perché bisogna fuggire da test attitudinali? Anche in questo caso, non mi sembra che la maggioranza sia convinta di procedere in questa direzione».
Lei critica Pd, 5S e Lega che si oppongono alla fine del «mercato protetto» sull'energia. Perché?
«La solita storia del mercato brutto, sporco e cattivo, mentre è la strada per tagliare i prezzi, con la giusta protezione per le persone più vulnerabili e la trasparenza necessaria. Ma poi possono fare politica cambiando idea sempre? Hanno votato il provvedimento con Draghi ed ora fanno il contrario. Lo stesso Fdi, prima contro e ora a favore.
Italia Viva non cambia idea. Secondo l'autorità di regolamentazione, nel 2022 i clienti della maggior tutela hanno pagato in media 402 euro al MWh contro i 282 euro dei clienti in libero mercato. Di che stiamo parlando?»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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