«Dicono che ha preso un po' di peso... ma sarà lo zucchero o il fatto che lo pesano vestito con diversi maglioni e con le scarpe...». Ieri gli avvocati di Alfredo Cospito spiegano così la decisione presa a sorpresa dai medici dell'ospedale San Paolo di dimettere il detenuto anarchico. Ieri mattina in seguito al provvedimento dei sanitari Cospito è stato prelevato dalla polizia penitenziaria e riportato nel carcere di Opera dove era arrivato il 30 gennaio scorso.
Quello che oggi è uno dei detenuti più famosi d'Italia è stato destinato al Servizio di assistenza integrata, lo stesso reparto dove era approdato dopo il trasferimento da Nuoro: è sempre al 41 bis, con le regola della massima sicurezza, ma sotto una vigilanza medica che - spiegano nell'entourage del ministro della Giustizia Carlo Nordio - garantisce la migliore tutela delle sue condizioni di salute, prostrate da uno sciopero della fame che si protrae ormai da 130 giorni. I difensori contestano questa ricostruzione, spiegando che in carcere - a differenza che in ospedale - il cuore di Cospito non viene monitorato continuamente, per cui un tracollo improvviso potrebbe essere fatale.
Il trasloco dal San Paolo alla cella arriva tre giorni dopo la botta arrivata a Cospito dalla Cassazione, che ha respinto il suo ricorso contro il 41 bis. Era l'ultima strada a disposizione per vedersi applicare un trattamento carcerario meno severo. E la decisione di ieri dei medici del San Paolo restringe assai anche l'unico piccolo spiraglio che restava a Cospito, un provvedimento di sospensione della pena per motivi sanitari che sarebbe potuto venire dal tribunale di Sorveglianza in caso di peggioramento del suo stato di salute.
Ma se Cospito per i medici sta così bene dal poter lasciare l'ospedale diventa inverosimile che venga dichiarato incompatibile con la detenzione.
Non è chiarissimo, d'altronde, quali alimenti stia assumendo il terrorista anarchico. Prima della sentenza della Cassazione era tornato a prendere gli integratori e anche qualche yogurt, adesso secondo i difensori avrebbe rinunciato al potassio, «al momento assume solo acqua e sale, questa mattina ha preso un pò di zucchero ed ha deciso poi di non prenderlo più, da venerdì non ha più preso nemmeno orzo». Ciò nonostante «Cospito riferisce di sentirsi un pochino più stanco fisicamente dopo l'interruzione del potassio da venerdì ma il morale pare alto».
Da ambienti giudiziari citati dall'Ansa viene spiegato invece che «non risulta ancora che l'anarchico abbia sospeso gli zuccheri. Si è detto, però, intenzionato a farlo». Piccole incongruenze che non scalfiscono il quadro di fondo: Cospito sa di avere perso la sua battaglia, e si ritrova in un tunnel in cui lui stesso si è infilato. Non può ritornare a mangiare senza abiurare a tutto quanto proclamato in questi mesi, e che lo ha reso un simbolo per migliaia di antagonisti. Come lui stesso ha detto dopo il verdetto della Cassazione, «morirò presto». «Lo Stato non fa passi indietro davanti ai violenti», è la risposta che gli arriva ieri dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.
Se la vicenda individuale dell'anarchico sembra avviata a fine ravvicinata, pare destinata invece a durare a lungo la querelle politico-giudiziaria innescata intorno al caso Cospito dalle rivelazioni sull'anarchico del sottosegretario Andrea Delmastro al compagno di partito Giovanni Donzelli.
Delmastro è indagato per rivelazione di segreto, ieri ha depositato una memoria difensiva alla Procura di Roma allegando sentenze che dimostrerebbero la liceità delle sue confidenze a Donzelli. Le opposizioni nel frattempo continuano a chiedere le sue dimissioni.
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