La parola "poltrona" è stata usata con accezione dispregiativa dal Movimento 5 Stelle, che nel corso della sua vecchia esperienza all'opposizione chiedeva spesso dimissioni a destra e a manca e accusava gli avversari politici di non voler mollare la cosiddetta "cadrega". E vai poi con il solito copione: la "casta" che si protegge, i politici tutti uguali. Di tempo ne è passato e il M5S continua a compiere continuamente giravolte rispetto ai suoi pilastri storici. Non si esenta dalle piroette anche Vito Petrocelli, determinato (ex) esponente anti-casta che oggi però non vuole lasciare la propria poltrona.
Petrocelli si incolla alla poltrona
Il senatore grillino è finito nella bufera per non aver votato la risoluzione di maggioranza che prevede l'invio di armi all'Ucraina. Nelle scorse ore ci è andato giù pesante: ha chiesto al Movimento di uscire "da questo governo interventista, che vuole fare dell'Italia un Paese co-belligerante". E si è detto pronto "a non votare più la fiducia al governo su qualunque provvedimento". Una mossa che potrebbe costargli l'espulsione dal Movimento. Eppure si incolla alla poltrona.
Petrocelli è il presidente della commissione Esteri del Senato. Un ruolo delicatissimo, soprattutto se si considerano le sue posizioni in merito al conflitto militare in corso tra Ucraina e Russia. Forza Italia e Italia Viva su tutti hanno chiesto le dimissioni: le sue idee sono legittime ma incompatibili con la carica che riveste, è l'accusa che viene mossa. Tuttavia la strada di un passo indietro, almeno per il momento, non viene presa in considerazione. "Non intendo lasciare", ha detto a chiare lettere.
L'ex anti-casta
Tommaso Labate sul Corriere della Sera ricorda qualche vecchia esternazione tipicamente anti-casta di Petrocelli. Basta davvero poco: andare sul suo profilo Twitter, spulciare un po' e ritrovare diverse uscite che non fanno di certo rima con l'atteggiamento che sta adottando in questo momento. Ad esempio il 18 marzo 2015, con tanto di #Lupi, scriveva senza giri di parole: "Avvinghiato alla poltrona, manco fosse una preda".
#Lupi avvinghiato alla poltrona, manco fosse una preda.
— Vito Petrocelli (@vitopetrocelli) March 18, 2015
Sono svariati gli esempi. Il 16 marzo 2017 lo stesso Petrocelli, chiedendo il ritorno immediato alle urne, aveva postato una foto che ritraeva Luca Lotti e Augusto Minzolini: "Sopra la poltrona la casta campa. Sotto l'urna la casta crepa". Il tutto condito con gli immancabili #CastaSalvaCasta e #ElezioniSubito.
Sopra la poltrona la casta campa.
— Vito Petrocelli (@vitopetrocelli) March 16, 2017
Sotto l'urna la casta crepa.#CastaSalvaCasta#ElezioniSubito pic.twitter.com/qy0F6vH40s
Anche il 16 febbraio 2014 non era da meno: "Alfano: 'Ok al governo, ma discutiamo i programmi.
48 ore non bastano'. Traduzione: non una poltrona di meno, non ci fotterete in 48 ore". L'11 gennaio 2013 sentenziava: "Se nasce 5S non si ricandida. Se si ricandida, s'attacca alla poltrona e sarà così sempre".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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