Milano - Si chiama via Martiri palestinesi. Ma qualcuno, la strada di Cinisello Balsamo, potrebbe anche leggerla come una via dedicata ai «kamikaze», ai soldati jihadisti che cercano la morte uccidendo vittime innocenti. Per questo Andrea Jarach, presidente del Keren Hayesod Italia, ha scritto al sindaco della popolosa cittadina alle porte di Milano. Protestando. Inferocito e «inorridito», come si legge nella lettera che l'importante esponente della comunità ebraica milanese ha reso pubblica ieri, invitando anche altri, «tutti gli amanti del buon senso», a «fare altrettanto», unendosi al suo appello. «Inorridito - scrive Jarach - sono venuto a conoscenza che nel suo Comune, facente parte della nostra città metropolitana, esiste una via Martiri palestinesi. Devo segnalarle che i sedicenti martiri (detti in arabo shahid) hanno ucciso decine di persone in Israele sugli autobus e nei locali pubblici, nei mercati e per la strada, hanno accoltellato vecchi e studenti, bruciato bambini in auto con i genitori, sgozzato neonati. Martiri sono quelli a venire che l'educazione all'odio prepara a sacrificare la vita per fare danno agli ebrei o agli «occidentali» nel prossimo futuro». L'equivoco è in agguato.
Il Keren Hayesod è un network internazionale ispirato alla tradizione del movimento sionista, e da decenni sostiene lo Stato di Israele, costantemente sotto la minaccia del terrorismo islamista. Aver intitolato una via ai Martiri palestinesi per Jarach è «un grave insulto a tutti i veri martiri della storia». L'attuale primo cittadino Siria Trezzi (Pd) non ha alcuna responsabilità in questa scelta toponomastica che a quanto risulta risale addirittura ai primi Ottanta, in particolare ai mesi che seguirono il massacro di Sabra e Shatila, in Libano.
Cinisello è secondo molti osservatori un centro a rischio, insieme alla vicina Sesto San Giovanni (la cittadina in cui è stato ucciso Anis Amri, il killer dei mercatini di Natale in fuga da Berlino). A meno di un mese fa risale l'ultima espulsione di un sospetto aspirante terrorista. Preoccupazioni e polemiche serpeggiano da anni. E nel 2014 aveva suscitato grandi discussioni l'allora imam (e predicatore) Usama El Santawy, che difese gli europei in partenza per andare a combattere.
A Milano, intanto, il clima è già tesissimo in vista del 25 aprile, che da sempre viene celebrato con un grande corteo, cui da anni partecipa la Brigata ebraica, il gruppo che rievoca la partecipazione alla Liberazione di una «brigata di eroi» inquadrati nell'esercito britannico. Il fronte filopalestinese e anti-israeliano si prepara a una contestazione che si teme pesante e aggressiva, tanto da richiedere uno speciale cordone di protezione, politico (dell'Anpi) e non solo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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