Finiremo per occuparci marginalmente del dato tecnico. Microfoni puntati su cose che succedono in campo, ma - per carità - solo in presenza di giocatori di colore. Sennò chi se ne frega. Il calcio, dalla A alla parrocchia, è pronto a cavalcare (soprattutto quando non vinci) il lato oscuro degli italiani, il razzismo strisciante. E, dopo le minacce di Carlo Ancelotti che ha promesso di far abbandonare il campo al suo Napoli in caso di buu e affini, ieri è successo veramente nel campionato promozione: ventesima giornata di andata, minuto 64, squadra che abbandona il campo e precedente servito su un piatto d'argento.
La cronaca. Siamo nel Girone C della Campania, nel corso di Serino-Real Sarno all'arbitro tocca rintuzzare il malumore del portiere nigeriano della squadra di casa, tal Gueye Ass Dia che sta protestando dopo un gol prima annullato per fuorigioco e poi convalidato dal'assistente di linea. «Arbitro, ma che fai ci ripensi?». «Mi hanno appena detto che la posizione era regolare, stai zitto, negro» avrebbe replicato il direttore di gara, prima tentando di fare calmare il portiere e poi espellendolo col rosso diretto. Donato Trotta, presidente del Serino, non ci sta e decide di far uscire dal campo la squadra, ben sapendo che avrebbe rimediato uno 0-3 a tavolino.
Tutto nasce dopo il pareggio (2-2) degli ospiti che erano stati in vantaggio per 2-0 e avevano fallito più volte la possibilità di chiudere la partita: dopo il portiere, vengono espulsi il difensore, il direttore sportivo e infine l'allenatore del Serino. «Vedendo il mio calciatore in lacrime ho deciso di ritirare la squadra perché non permetto a nessuno di calpestare la dignità dei miei giocatori e soprattutto la mia. Chiedo l'immediata indagine federale», ha detto Trotta.
Gueye Ass Dia, 25 anni, da due anni tesserato con il Serino, già l'anno scorso aveva dichiarato all'Ansa di essere stato offeso da un arbitro, anche lui di Ariano Irpino, nell'Avellinese. Successe durante il riconoscimento.
«Non ti distinguo bene sulla foto perché sei nero», avrebbe detto l'arbitro sprezzante. A questo punto non resta che consigliare al giovane Dia di rispolverare la maglietta-slogan Why Always Me? tanto cara al Mario Balotelli che fu. Magari funziona.
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