"L'assessora sia espulsa anche dall'Università"

Lega all'attacco sul caso della docente hater. "L'odio sui social incompatibile con la cattedra"

"L'assessora sia espulsa anche dall'Università"
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L'ex assessore da record (negativo) del Comune di Bari, Carlotta Nonnis Marzano, in carica per poco meno di 18 ore, fa ancora discutere. I suoi commenti sui social contro il Papa, i leader del G7, Donald Trump, tanto violenti da averla costretta a rimettere il mandato da assessore all'Ambiente, al Clima e alla Transizione ecologica ora potrebbero costargli anche il posto di lavoro. Nel centrodestra c'è chi promette battaglia affinché la professoressa dell'Università di Bari con una cattedra in Scienze della Natura e dell'Ambiente (voluta come assessore dal verde Angelo Bonelli e dal rosso Nicola Fratoianni) venga sospesa o, addirittura, licenziata. Il precedente esiste, ed è a quello evocato dal leghista Rossano Sasso, ex sottosegretario all'Istruzione e deputato del Carroccio. «La dottoressa Nonnis Marzano ha incitato all'odio nei confronti di avversari politici insultandone gli elettori, si è dispiaciuta per il mancato assassinio di Trump, ha ipotizzato che il Santo Padre sia un pedofilo, ha incitato a compiere azioni illegali e tutto questo poche settimane fa» - ci dice al telefono «È un fatto grave che va approfondito, interrogherò il ministro dell'Università Anna Maria Bernini» giura il deputato.

È al caso della maestra Lavinia Flavia Cassaro, licenziata nel 2018 per aver insultato e augurato la morte ai poliziotti schierati durante un corteo contro Casa Pound a Torino, che si aggrappa l'onorevole. Ed è quello l'esempio che Sasso porterà in Aula, di fronte al ministro. Ma lui non è il solo a chiedere che la docente universitaria rimetta il mandato nelle mani del rettore. «Dove possiamo firmare per il suo licenziamento?» scrive un utente su Facebook, ma non è l'unico. La bacheca virtuale dell'assessore fresco fresco di dimissioni pullula di commenti. «Qui gladio percutit, gladio morietur». Chi di spada ferisce, di spada perisce, recita il detto. Ed è il caso della prof, attaccata a causa dei suoi commenti poco ortodossi e, per molti, scelerati. Dalla parte di chi la vuole fuori dell'Ateneo c'è la legge, che parla chiaro. Il riferimento è al Codice di comportamento nazionale dei dipendenti pubblici, firmato Presidente della Repubblica il 16 aprile del 2013. L'articolo 11 Ter, dedicato all'utilizzo dei mezzi di informazione e dei social media da parte dei dipendenti statali non lascia scampo alle interpretazioni: «Il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all'immagine dell'amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale». E i post social della professoressa Carlotta Nonnis Marzano non fanno bene all'Università che rappresenta.

«La signora che sui social vomita odio è una docente, come tale è tenuta ad un comportamento decoroso dentro e fuori dal lavoro» insiste Rossano Sasso, che aggiunge: «Tutti hanno diritto ad esprimere le proprie opinioni, ma quando queste superano il limite della legalità e si trasformano in violenza verbale, odio e istigazione a delinquere allora bisogna porre un freno». Non resta che chiedersi se il rettore avrà un sussulto di coscienza, come il sindaco di Bari che l'ha nominata e subito cacciata.

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