L'assessore stronca la Raggi Ed è farsa sulle dimissioni

Berdini (Urbanistica) spara sulla grillina: "Impreparata". Poi si scusa e lascia l'incarico. Ma il sindaco congela tutto

L'assessore stronca la Raggi Ed è farsa sulle dimissioni

Tutto in poche ore. Dallo sfogo di uno degli assessori della Raggi, Paolo Berdini, che dà dell'inadeguata alla sindaca, al tentativo di smentire il giornalista (definito «piccolo delinquente») che a suo dire avrebbe carpito dolosamente delle affermazioni non proprio lusinghiere sulla prima cittadina M5S, fino al faccia a faccia in Campidoglio tra la sindaca e l'assessore all'Urbanistica, culminato con le dimissioni di quest'ultimo e con la Raggi che le «respinge con riserva». Una vera sceneggiata in salsa grillina, quella andata in onda ieri ai piani alti del Campidoglio al termine di una giornata che per i pentastellati si era messa storta già di prima mattina, leggendo i giornali. Proprio nel giorno in cui il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall'Olio convocano in Procura Salvatore Romeo, uno dei «quattro amici al bar», accusato di abuso d'ufficio in concorso con la Raggi, per interrogarlo sulla sua nomina a capo della segreteria della sindaca e sulla questione delle polizze vita da lui stipulate a beneficio della prima cittadina e di altri esponenti grillini. Una forma di investimento, si è difeso Romeo, come aveva già fatto pubblicamente su Facebook quando è scoppiato lo scandalo per aiutare la Raggi ad uscire dall'impasse. Una versione che non ha mai convinto del tutto i magistrati.

Ma per tutto il giorno a tenere banco sono le esternazioni di Berdini, la punta di diamante di un team faticosamente messo in piedi dalla Raggi, l'assessore al quale è appeso il destino del controverso stadio della Roma, che lui vuole a patto che venga realizzato senza alcuna deroga al piano regolatore. Fuoco amico per Virginia. Berdini parla a ruota libera su La Stampa di una sindaca «impreparata» circondata da una «corte dei miracoli», da «una banda». Racconta di una «situazione esplosiva» e di un'amministrazione che «ha commesso un errore dopo l'altro». Non si trattiene. Va giù duro anche quando parla dell'affaire polizze e di Salvatore Romeo. «Due sprovveduti» lui e la Raggi, dice. E pure «amanti». L'intervista rimbalza su tutti i giornali on line con l'assessore che smentisce di averla rilasciata: «Stavo parlando con due amici e il giornalista, questo piccolo mascalzone, ha carpito alcune frasi». Il quotidiano torinese, però, conferma «parola per parola» la conversazione, anche perché c'è una registrazione, poi messa in rete, in cui si capisce chiaramente che non è stata affatto «rubata». Lo stesso cronista, Federico Capurso, ha spiegato che il suo è stato un faccia a faccia vero e proprio con Berdini, al quale si era presentato come giornalista. L'intervista è stata anche «alleggerita» di alcune espressioni più colorite. Per esempio la «banda» di cui si sarebbe circondata la Raggi, era stata in realtà definita dall'assessore «una banda di assassini».

Per la sindaca è un brutto colpo. «A me ha sempre detto il contrario, mi aspetto una smentita», prova a minimizzare. Ma la vicenda monta, non si può fare finta di niente. Così a metà pomeriggio convoca l'assessore in Campidoglio per un chiarimento. Alla fine dell'incontro Berdini rimette il suo mandato, ribadendo la sua stima alla Raggi. Virginia respinge le dimissioni con riserva. «Era mortificato, si è scusato per quelle parole, non le pensa», spiega. In verità non si poteva permettere di perdere un altro pezzo di giunta, soprattutto uno come Berdini, una pedina fondamentale per la giunta.

Sarà la stessa sindaca a spiegare di aver respinto con riserva le dimissioni perché «in questo momento Roma sta affrontando problematiche complesse, soprattutto dal punto di vista urbanistico, dai piani di zona allo stadio».

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