L'assoluzione condanna i manettari

Attori, politici e scrittori: smentiti tutti quelli che per tre anni hanno crocifisso Salvini

Roberto Saviano
Roberto Saviano
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Per alcuni la sentenza nei confronti di Matteo Salvini non sarebbe mai dovuta arrivare perché, a loro avviso, era già stata emessa. Di condanna, ovviamente, e senza possibilità di appello. Sono quelli dell'esultanza precoce, quelli che dal giorno dell'inizio del processo a carico dell'allora ministro dell'Interno non hanno smesso nemmeno per un minuto di festeggiare e di trattare l'imputato come un condannato in via definitiva. Fino a ieri. Ma le cose sono andate diversamente: ora il vicepremier è stato assolto. Da ogni accusa. E qualcuno, invece, resterà condannato ai propri pregiudizi. La lista di chi, nel corso degli anni, ha brindato preventivamente e sguaiatamente è lunga e trasversale, parte dalla politica italiana, attraversa il mondo dell'arte nostrana e sbarca perfino nel jet set d'oltreoceano. Tutti smentiti.

Partiamo da un grande classico. «È importante anche che chi abusa del suo potere per fare del male ad altri esseri umani che come unica colpa hanno quella di essere poveri e senza potere, finisca oggi sul banco degli imputati», firmato Luca Casarini, ex leader no global manettaro con la destra, ma sempre ultra garantista con occupanti, vandali e clandestini. Jasmine Cristallo, allora esponente di spicco del movimento già affondato e ormai dimenticato delle sardine, manifesta senza alcun timore la sua pregiudiziale: «Salvini è colpevole politicamente e moralmente». Sentenza emessa. Altro buco nell'acqua. Indossa (nuovamente) la toga anche l'allora sindaco di Napoli Luigi De Magistris: «Il ministro dell'Interno Salvini, rinviato a giudizio per sequestro di persona nella vicenda Open Arms. Loro sequestravano e mettevano a rischio la vita di esseri umani disperati, noi a Napoli davamo rifugio ad Open Arms». Ma l'immagine di Salvini alla sbarra con l'accusa di sequestro di persona manda in visibilio, in modo scomposto, tutto il mondo progressista. L'occasione è troppo ghiotta per tenere a cuccia rabbia e frustrazioni. Non si tira indietro neppure l'anti Salvini per antonomasia, Roberto Saviano, che emette il suo verdetto: «Matteo Salvini è stato un disastro. Ha sequestrato esseri umani per propaganda». Smentito anche lui. Affonda il colpo, senza il minimo dubbio, anche Angelo Bonelli: «Salvini non ha difeso i confini del nostro Paese, come vorrebbe sostenere, e non ha rispettato i diritti umani». Tutti giuristi e tutti colpevolisti senza se e senza ma. Fedele alla linea anche il compagno Nicola Fratoianni: «Salvini tenne in ostaggio 147 persone su una nave per giorni, in violazione di tutte le convenzioni internazionali. Oggi Salvini è a processo per quello che già in quei giorni definimmo un vero e proprio sequestro di persona. Ma invece che difendersi nel processo sta provando come sempre a metterla in caciara e a screditare la magistratura». Invece la magistratura ha smentito il teorema Fratoianni.

Ma la furia immigrazionista non si ferma certo in Italia: pregiudizi senza confini (coerentemente). A bordo delle Ong è salito anche l'attore statunitense Richard Gere che, in più occasioni, senza padroneggiare a sufficienza la materia, ha attaccato l'attuale ministro dei Trasporti: «Fu un atto criminale. Come è potuto accadere in un'Italia cristiana? Andai a portare acqua e cibo».

E poi ancora: «Salvini è un Baby Trump, stessa ignoranza e cattiva politica». Una cantonata hollywoodiana o magari solo un colpo di sole. E poi, tra l'altro, si è visto come è andata a finire con The Donald...

Salvini è stato assolto, chi lo ha crocifisso in questi anni un po' meno.

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