L'attacco finale dei talebani alla resistenza nel Panshir. Gli Usa: «Accordi contro l'Isis»

L'attacco finale dei talebani alla resistenza nel Panshir. Gli Usa: «Accordi contro l'Isis»

I talebani si apprestano a prendersi l'ultima parte di Afghanistan che ancora sfugge loro, il Panshir. E per farlo, avrebbero accettato di farsi dare una mano da quei gentiluomini di Al Qaida. Una strategia che dovrebbe far riflettere ulteriormente l'Occidente sull'opportunità di dialogare con gli studenti coranici che sono tornati a far sventolare la loro bandiera lugubre sui pennoni di Kabul.

Il Panshir, la provincia a Nord-Est di Kabul impervia e resistente, è sotto attacco. Dopo il fallimento dei negoziati con il leader della resistenza in Panjshir, Ahmad Massoud, (figlio dello scomparso «leone del Panshir» che si oppose già al primo regime talebano del Paese degli aquiloni) i talebani avrebbero deciso di lanciare l'operazione militare definitiva contro l'ultimo spicchio di Afghanistan libero, secondo Al Jazeera, che a sua volta cita fonti del gruppo islamista. E all'offensiva starebbe partecipando anche il gruppo terrorista Al Qaida, come riferisce l'emittente panaraba saudita «Al Arabiya». Una mossa che secondo i talebani non sarebbe in conflitto con gli accordi di Doha nel febbraio 2020, in base ai quali l'impegno con gli Stati Uniti si limiterebbe a impedire ad Al Qaida di usare il territorio afgano per lanciare attacchi contro gli Usa o i loro alleati. I rapporti tra Al Qaida e i talebani, pur se non privi di ambiguità, sono molto stretti. Diversi leader del gruppo terroristico avevano promesso fedeltà al mullah Akhtar Mansour nel 2015 e l'alleanza ha resistito alla morte di questi, trovando cemento nella comune lotta all'Isis, che entrambi considerano nemico.

Gli scontri in corso da diversi giorni, che avrebbero provocato morti da entrambe le parti, avrebbero consentito alle milizie talebane di avanzare rapidamente nell'aspro territorio del Panshir rifugio della resistenza al nuovo regime di Kabul, a cui prendono parte anche molti militari del disciolto esercito afghano. Secondo il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, i combattenti del gruppo avrebbero già preso il controllo di alcuni territori ma un portavoce del Fronte di resistenza nazionale dell'Afghanistan sostiene invece che le forze di Massoud abbiano ancora il pieno controllo di tutti i passaggi e gli ingressi nella valle.

Avanza nel frattempo l'idea di una strana alleanza tra gli americani e i talebani contro l'Isis-K, la costola locale dello Stato Islamico, dopo quella «tecnica» per gestire le evacuazioni all'aeroporto di Kabul. Lo ha ammesso il capo di Stato maggiore dell'esercito Usa, il generale Mark Milley, secondo cui «è possibile» un coordinamento tra nemici storici per condurre operazioni di anti-terrorismo contro l'Isis in Afghanistan. Un'ipotesi che al momento non sembra imminente e che comunque non cambia il giudizio del Pentagono sui nuovi padroni dell'Afghanistan: «Sono spietati».

E mentre l'Europa, per voce del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, chiede che l'aeroporto civile di Kabul resti «sicuro» in quanto «via di accesso essenziale agli aiuti umanitari e al personale che li organizza e li consegna», nella capitale afghana fervono i preparativi per l'annuncio del nuovo governo afghano al palazzo presidenziale. «Il ministero dell'Informazione e della Cultura - twitta Ahmadullah Muttaki, leader talebano - sta preparando una cerimonia nel palazzo presidenziale.

La composizione del nuovo governo sarà annunciata lì». Il ruolo di guida suprema dell'emirato islamico dovrebbe essere assunto da Hibatullah Akhundzada, mentre sul piano esecutivo agirà un presidente o un primo ministro.

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