L'attacco di Kiev con i droni navali al ponte di Kerch. E Putin minaccia: "Risponderemo"

La regia è del Servizio di sicurezza civile (Sbu), gli autori sono gli uomini della 93esima Brigata "Cholodnyj Jar"

L'attacco di Kiev con i droni navali al ponte di Kerch. E Putin minaccia: "Risponderemo"
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La regia è del Servizio di sicurezza civile (Sbu), gli autori sono gli uomini della 93esima Brigata «Cholodnyj Jar». Nonostante un'iniziale scambio di accuse, Kiev alla fine ha ammesso di aver assaltato con due droni navali il ponte di Kerch in Crimea. Si tratta di un doppio viadotto, sia stradale sia ferroviario, inaugurato da Mosca nel 2018. Lungo 19 km, unisce il territorio di Krasnodar alla penisola di Kerch, ed era già stato bombardato lo scorso 8 ottobre.

Erano le 3.05 del mattino quando i velivoli kamikaze, partiti presumibilmente da Kyrylivka (nell'oblast di Zaporizhzhia), dove si trova la base della Brigata del colonnello Pavlo Palisa, si sono schiantati contro la sezione automobilistica dell'infrastruttura. Nell'esplosione ha perso la vita una coppia che transitava in auto, mentre la loro figlia di 14 anni risulta ferita non in modo grave. «Tutti i dettagli dell'incidente saranno rivelati dopo la vittoria dell'Ucraina sulla Russia, nel frattempo, osserviamo con interesse come uno dei simboli del regime di Putin non sia riuscito ancora una volta a resistere agli attacchi», ha rivelato il capo della Sbu Vasyl Malyuk, confermando nel pomeriggio la paternità ucraina del blitz.

Kiev con questa mossa ha tentato di isolare la Russia continentale dalla Crimea, ma i piloni e i binari ferroviari non sono stati danneggiati dall'attacco. Senza contare che la Crimea è collegata alla Russia attraverso un corridoio terrestre nel nord e da un servizio traghetti. Di fatto è stato un mezzo flop. «Kiev doveva sapere che la sezione automobilistica del ponte è una struttura esclusivamente civile, ma questo non ha fermato i terroristi», racconta il presidente del Consiglio di Stato della Crimea Vladimir Konstantinov. Mentre la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Marija Zacharova, è andata ben oltre, sostenendo che le responsabilità appartengono «sia al regime terroristico di Kiev sia ai servizi segreti e ai politici statunitensi e britannici». Il ministro della trasformazione digitale Mykhailo Fedorov ha risposto a Mosca rivelando che «è tutta farina del nostro sacco. Questi sono soltanto i primi due droni marini, ne stiamo producendo a migliaia per mettere in ginocchio gli invasori». Kiev quindi punta sui droni, soprattutto dopo aver saputo che il nemico è carente di sistemi Zoopark-1M, radar che riescono monitorare lo spazio aereo e individuare i veicoli aerei senza equipaggio.

In serata ha parlato anche Putin, dopo aver incontrato il vice premier Khusnullin che si è recato sul luogo dell'esplosione: «Garantiremo maggior sicurezza al ponte, ma soprattutto risponderemo all'attacco terroristico in modo militarmente adeguato». La prima risposta è arrivata con un bombardamento che ha distrutto un edificio a Bilopillia, nel Sumy. Dalle macerie sono stati estratti i corpi privi di vita di due donne. Un pilota militare russo è morto dopo che il suo jet si è schiantato nel Mar d'Azov.

Le forze ucraine hanno liberato circa 31 kmq di territorio nel settore di Bakhmut, di cui 7 la settimana scorsa. I russi si stanno risistemando con nuove truppe intorno alla città assediata. Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze terrestri, ha ammesso «le difficoltà nello sfondare a est.

Ho incontrato i generali e dovremo cambiare strategia». Affermazioni che arrivano dopo che elicotteri delle truppe Zapad hanno lanciato 12 attacchi sulla 14esima brigata ucraina nella direzione di Kupyansk, uccidendo più di 300 soldati.

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