Berlino - L'Austria annuncia un rafforzamento della presenza di polizia al confine del Brennero con l'Italia. Altri 80 agenti saranno inviati sul fronte dell'immigrazione secondo l'annuncio del governatore del Tirolo, Guenther Platter, del partito Popolare, che critica molto il lassismo italiano: «Sui controlli l'Italia non manitene le promesse. Non accetterò che gli italiani distribuiscano palliativi inefficaci su presunti controlli, mentre aumenta nuovamente da noi il numero di ingressi irregolari», ha rimarcato Platter, accusando l'Italia di non fare la sua parte per fermare i migranti. Parole che arrivano alla vigilia del ballottaggio per le presidenziali in Austria, che si svolge oggi. Fra le 7 del mattino e le 5 del pomeriggio gli elettori austriaci sono chiamati a scegliere fra un 72enne ecologista e un 45enne del Partito della Libertà (Fpö), la formazione nata conservatrice e portata alla fine anni '90 su posizioni di estrema destra dal controverso governatore della Carinzia Jörg Haider.
A favorire la formazione oggi guidata dall'ex odontotecnico Heinz-Christian Strache sono due fattori apparentemente slegati: da un lato la profonda sfiducia dei cittadini per socialdemocratici (Spö) e popolari (Övp) i due partiti che dal dopoguerra si spartiscono il potere a Vienna governando spesso in grande coalizione dall'altro la crisi dei rifugiati. La palese incapacità dell'appena dimesso cancelliere socialdemocratico Werner Faymann di seguire una linea univoca in merito all'accoglienza dei profughi mediorientali nel corso degli ultimi mesi ha disorientato i cittadini. E il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali lo ha confermato: i candidati di Spö e Övp si sono fermati al 11%, mentre il vicepresidente «blu» della Camera, Norbert Hofer, è schizzato al 35%. Il verde Alexander van der Bellen è arrivato secondo con il 21%. Requiem dunque per le due formazioni che dal Dopoguerra a ieri hanno gestito sia la cancelleria sia l'Hofburg, già residenza degli Asburgo, e oggi del capo dello Stato.
Fautore del pugno durissimo contro i rifugiati e gli stranieri in genere specie se di fede islamica l'euroscettico Hofer ha scaldato il dibattito annunciando che se la Turchia dovesse accedere all'Ue, l'Austria dovrebbe invece uscirne e ha anche immaginato la concessione della cittadinanza austriaca alla minoranza altoatesina di lingua tedesca al fine di organizzare un referendum per l'autodeterminazione del Tirolo. Un attacco diretto alla vicina di casa del piano di sopra, Angela Merkel, che ha appaltato il controllo delle frontiere esterne dell'Europa al presidente turco Erdogan, e uno a quello del piano di sotto, Matteo Renzi, additato assieme alla cancelliera tedesca quale «trafficante di esseri umani». Opposto l'approccio di Van der Bellen secondo cui un Paese piccolo come l'Austria ha bisogno di un'Ue forte. Privatosi del simbolo dei Verdi, il 72enne cerca di intercettare il voto popolare e socialista in libera uscita. Un lavoro non semplice visto che né l'Spö né l'Övp hanno chiesto ai propri elettori di convergere su Van der Bellen. Un silenzio che rischia di regalare il Paese a un presidente di estrema destra.
Come in Italia, in Austria il potere del presidente è largamente cerimoniale: l'inquilino dell'Hofburg può però chiedere lo scioglimento delle Camere di propria iniziativa; una prospettiva da incubo per i due partiti austriaci che un mese fa hanno raccolto, insieme, appena il 22% dei voti.
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