L'auto contro Francesco a 70 chilometri l'ora. Lei forse era al cellulare

La 23enne non ha frenato. Perizia sul telefono: l'ipotesi che lo usasse al momento dello schianto

L'auto contro Francesco a 70 chilometri l'ora. Lei forse era al cellulare

La presenza di un tasso alcolemico tre volte superiore ai limiti di legge aveva fatto scattare l'arresto già l'indomani dell'incidente per Chiara Silvestri, la 23enne che nella notte tra mercoledì e giovedì a Roma ha travolto e ucciso Francesco Valdiserri, figlio di due giornalisti del Corriere della Sera, 19 anni ancora da compiere. Ma a provocare la tragedia potrebbe aver contribuito anche la velocità. Si sospetta, infatti, che nonostante avesse bevuto, la giovane avesse spinto la sua Honda Swift oltre i 70 chilometri orari consentiti per una strada urbana. Sull'asfalto non è stato trovato alcun segno di frenata. Francesco, che stava camminando sul marciapiade con un amico, miracolosamente illeso, non ha avuto scampo: l'auto impazzita l'ha schiacciato contro un muretto.

Ci sarà una perizia a stabilire la velocità dell'auto ed eventualmente fosse accertato il superamento del limite alla conducente verrà contestata un'ulteriore aggravante, che insieme a quella della positività all'alcol potrebbe costarle una condanna fino a 15 anni di carcere. Il pm Erminio Amelio, titolare dell'inchiesta aperta per omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebrezza, vuole capire anche se la ragazza stesse parlando al telefono senza viva voce o chattando negli istanti precedenti allo schianto. Per questo ha disposto il sequestro del cellulare e ha già conferito l'incarico ad un perito. La Silvestri è inoltre risultata «non negativa» alla cannabis, avrebbe cioè assunto stupefacenti, ma non nelle ore precedenti alla tragedia. Al momento per la 23enne sono scattati gli arresti domiciliari ed è in attesa dell'udienza di convalida davanti al gip, in programma questa mattina a piazzale Clodio. Potrebbe avere un peso sulla decisione del giudice, il fatto che due anni fa le era stata ritirata la patente per sei mesi dopo essersi rifiutata di sottoporsi all'alcol test durante un controllo sul litorale laziale. Dopo l'incidente la Silvestri è stata portata in ospedale con un polso fratturato e sotto choc e poi dimessa con 25 giorni di prognosi. Nel referto di ingresso i medici hanno segnalato uno stato di «agitazione psicomotoria». Non si dava pace per l'accaduto: «Ho ucciso un ragazzo della mia età. L'ho ucciso io. Vi rendete conto?». Un ragazzo che quella sera stava soltanto camminando verso la stazione dell'autobus per tornare a casa dopo il cinema.

I funerali del giovane si terranno alle 12 di oggi presso la chiesa di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, il quartiere dove Francesco abitava con i genitori e la sorella di 17 anni. È stato il papà, Luca Valdiserri, mercoledì notte, ad accorrere sul luogo della tragedia, in via Cristoforo Colombo, una strada maledetta della capitale, teatro di altri gravi incidenti. Il giornalista, sorretto da un amico di famiglia, è stato costretto ad un'attesa straziante di cinque ore accanto al corpo del figlio sul marciapiede avvolto in una coperta termica color oro. Tanto ci avrebbe messo ad arrivare il carro funebre che opera per la municipalizzata capitolina. La mamma del ragazzo, Paola Di Caro, che segue la politica al Corriere della Sera, giovedì mattina ha ricordato su Twitter il suo «meraviglioso diciottenne». «Un'auto nella notte lo ha investito e non tornerà. Nulla più tornerà. Nulla ha più senso. Nulla», ha scritto.

Nel fascicolo di indagine c'è

già l'esito dell'autopsia sul corpo del giovane, eseguita ieri presso il Policlinico di Tor Vergata. Poi arriverà il resoconto delle telecamere di sorveglianza, che potrebbe aiutare a ricostruire la dinamica dell'incidente.

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