L'aviazione di Putin colpisce a tappeto, l'artiglieria assedia la Capitale. A Kharkiv è strage

Bombardati dal cielo i sobborghi. Le truppe sono a 25 km dal centro. Fronte caldo a Sud: i russi preparano lo sbarco sulle coste del Mar Nero

L'aviazione di Putin colpisce a tappeto, l'artiglieria assedia la Capitale. A Kharkiv è strage

In una giornata dedicata al silenzio delle armi, per consentire l'apertura dei corridoi umanitari, Putin ha dato ordine ai suoi generali di non interrompere le operazioni militari. Così dopo il trauma della notte per le esplosioni alla centrale nucleare di Energodar e mentre le colonne di mezzi russi sono ferme a 20 chilometri dalla capitale Kiev, a Kharkiv, seconda città del Paese nell'Est, si sta procedendo con grande difficoltà a contabilizzare danni e morti dei violenti bombardamenti. Il presidente del consiglio regionale Oleg Synyehubov sostiene che ci siano più di 2mila morti, 100 dei quali bambini. La polizia nazionale parla invece di 188 morti tra i civili e 66 tra le forze armate. «Con il trascorrere delle ore il bilancio diventa sempre più drammatico - ha spiegato - possiamo calcolare morti e feriti a centinaia ogni ora. Villaggi sono stati rasi al suolo e abbiamo difficoltà a consegnare cibo e medicinali».

I caccia Sukhoi Su-25 si sono spostati da Kharkiv a Ovest, in direzione di Okhtyrka, distruggendo la centrale termoelettrica della regione di Sumy. Le autorità sono alle prese con l'evacuazione urgente di palazzi residenziali che si stanno trasformando in gelide trappole di pietra senza acqua, luce ed elettricità. L'esodo potrebbe coinvolgere quasi un milione di persone.

Il fronte caldo delle operazioni è diventato però nelle ultime ore il Sud dell'Ucraina. Secondo il ministero della Difesa, Mosca continua a prepararsi per lo sbarco sulla costa del Mar Nero. Le truppe russe sono entrate per la prima volta nella città portuale ucraina di Mykolayiv, a metà strada tra Kherson, caduta nei giorni scorsi, e Odessa. La battaglia è stata molto sanguinosa e fonti governative parlano di una cinquantina di morti. L'esercito ucraino è riuscito in tarda serata a far arretrare i russi fino alla periferia della città, riconquistando l'aeroporto di Kulbakin.

Nel frattempo la Marina ucraina ha affondato la fregata Hetman Sahaidachny, sua nave ammiraglia, per non farla cadere nelle mani degli invasori. Tornando a Kherson, le truppe russe hanno disconnesso le reti mobili ucraine Vodafone e Kyivstar in tutta la regione. Igor Osipov, comandante in campo della Chernomorsky flot, sta pianificando un vero e proprio corto circuito delle comunicazioni per sferrare l'invasione vera e propria sulle coste del Mar Nero. Negli ultimi giorni la Marina russa ha aumentato notevolmente il proprio numero di unità navali. Il pezzo da novanta della collezione è l'incrociatore «Slava Moskva», una nave di fabbricazione sovietica armata con i missili antinave supersonici P-1000 Vulkan e dotata di un sofisticato sistema antiaereo. Se l'obiettivo è quello di un collegamento terrestre tra il confine delle repubbliche separatiste del Donbass e la Crimea, i russi dovranno passare per Mariupol, città bombardata nel tardo pomeriggio di ieri per il quinto giorno consecutivo. È stata colpita da missili anche la località di Severodonetsk (120mila abitanti), nella regione di Luhansk, dove a fatica si sta tentando di spegnere gli incendi divampati nelle aree sub-urbane. Missili si sono abbattuti anche su Zhytomyr (nuovo raid in nottata), a ovest di Kiev, dove sono stati distrutti una scuola e alcuni edifici, e nel villaggio di Markhalivka (distretto di Fastiv), provocando la morte di 5 persone (tra cui 3 bambini). Sotto il fuoco nemico risulta essere anche Koncha-Zaspa, nelle vicinanze di Kiev, e Borodyanka, diventata una città fantasma. Sotto le macerie delle case sbriciolate dalla furia russa potrebbero esserci un centinaio di cadaveri.

A Voznesensk, nel Sud del Paese, il sindaco ha fatto brillare il ponte sul fiume Mervovid per bloccare la colonna di blindati che si stava avvicinando. Trostyanets (23mila abitanti, Nord Est) è invece caduta nelle mani nemiche.

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