Tanti i dossier sul tavolo, dal futuro di Ilva e Whirpool alla crisi del settore delle auto, che coinvolge 180 mila lavoratori secondo le stime dei sindacalisti.
Di questo si parlerà nel vertice convocato al ministero dell’Interno da Matteo Salvini dopo lo sciopero generale dei giorni scorsi che ha visto scendere in piazza operai e metalmeccanici per chiedere lavoro, salari e diritti. Ci andrà anche la leader delle tute blu della Fiom, Francesca Re David, anche se, dice in un'intervista a Repubblica, con il leader della Lega “c’è un problema etico”. Sull’immigrazione, accusa, “siamo al prefascismo”.
Ma se il governo convoca le parti sociali, spiega, i sindacati sono tenuti a partecipare. Anche perché “in ballo ci sono misure economiche da cambiare”. Tra queste due su tutte: Quota 100 e la tassa piatta che, per il capo della Fiom elimina la progressività e pesa sulle spalle di pensionati e lavoratori. E se il Pd di Zingaretti non ha ancora recuperato la fiducia degli operai, l’esecutivo gialloverde continua a non convincere i sindacati. Il dicastero presieduto da Luigi Di Maio, attacca Re David, ha dimostrato finora la “totale assenza di una politica industriale”, anche attraverso l’uso “delle risorse della Cdp per la manovra” anziché destinarle agli investimenti pubblici.
Bocciato anche il Decreto dignità e lo stesso ministro del Lavoro giudicato assente “sulle crisi industriali”. Un ok parziale arriva nei confronti del salario minimo. Se ne può parlare, ha spiegato Re David a Repubblica, se “i minimi sono quelli tabellari dei contratti collettivi” e se “prima si risolve la questione della rappresentanza” su cui la Cgil e la Fiom hanno presentato una proposta di legge di iniziativa popolare.
E sugli attacchi del M5S al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, la Re David ieri aveva chiesto che fosse “avviato un confronto serio nel merito” e “sulle proposte concrete” dopo la mobilitazione di operai e metalmeccanici.
Le critiche personali, ha detto a Repubblica la leader delle tute blu, dimostrano “la povertà della discussione politica”. “Non capiscono – ricorda ai vertici del M5S - che il sindacato non è un leader, ma tutti i lavoratori che si mettono insieme per difendere salario e diritti”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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