"Siamo preoccupati che l’antieuropeismo stia crescendo, anche sotto forma del sostegno alla Lega". A dirlo in un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica è la neosegretaria della Cdu, Annegret Kramp-Karrenbauer.
Secondo l'erede di Angela Merkel nel nostro Paese“c’è questa insolita alleanza di governo tra populisti di destra e di sinistra" ed è forte la preoccupazione che "potenze come la Russia e la Cina, che non hanno certamente alcun interesse a un’Europa forte e stabile, stiano cercando di aumentare la loro influenza in Italia". E ancora: "Gli sviluppi in Italia - uno dei Paesi fondatori della Ue e uno dei Paesi più grandi e più potenti in Europa - ci costringono e costringono la Germania ad essere molto vigili", dice specificando che a decidere sono sempre i cittadini "e dobbiamo accettarlo, finché è chiaro che ci sono elezioni democratiche”. Annegret Kramp-Karrenbauer smentisce quindi qualsiasi tipo di alleanza con i populisti:“Lo escludo per la Germania, a causa della presenza dell’Afd. E lo escludo anche per il Ppe, come fa Manfred Weber". E aggiunge: "Credo che per la Cdu/Csu ma anche per il Ppe europeo sarà importante che nel prossimo Parlamento Ue ci siano più forze pro-europee che anti”.
Akk, come la chiamano in Germania, ci tiene a sottolineare che non è sua intenzione spostare la Cdu a destra:“Soprattutto in queste settimane finali voglio dare tutto per rafforzare i partiti di centro. E quelli si rafforzano solo se parliamo del futuro dell’Europa, non ‘a favore’ o ‘contro’".“E sulla posizione del premier ungherese all'interno del Ppe dice:"Secondo me la questione non è se lo escludiamo; credo che abbia già deciso di autoescludersi”. Sul tema dell'immigrazione, però, ammette:"Dublino non funziona. Siamo stati a guardare troppo a lungo e con troppa poca attenzione mentre i Paesi ai confini della Ue facevano i conti con numeri crescenti di profughi. Li abbiamo lasciati soli". La soluzione potrebbe essere quella di "dare più soldi ai Paesi che sono ai confini della Ue perché facciano i conti con i flussi. Ma qualcuno potrebbe anche dire: non voglio".
E, se da un lato è giusto salvare i migranti che rischiano la vita in mare, dall'altro "è chiaro che il modello di business degli scafisti e della criminalità organizzata è quello di provocare una situazione in cui degli esseri umani vengono messi in una situazione di rischio di vita perché contano sul fatto che saranno salvati. Perciò la priorità deve essere la lotta contro la criminalità, altrimenti non ne usciamo”.
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