Lega e Fdi non ci stanno E Salvini snobba Gentiloni

Il leader del Carroccio non incontrerà il premier: "Perdita di tempo". Meloni ci sarà: "Ma è un burattino"

Lega e Fdi non ci stanno E Salvini snobba Gentiloni

Gentiloni al governo proprio no. Perché così non cambia niente perché gli italiani al referendum hanno bocciato Renzi e ora si ritrovano una sua «fotocopia» come premier, perché di presidenti del consiglio non eletti non se ne può più. Lega e Fratelli d'Italia non ci stanno. La piazza è pronta, quasi già fossimo in campagna elettorale.

Matteo Salvini dice chiaramente di non riconoscere il nuovo governo e vuole le elezioni subito. Per scriverlo su Twitter il segretario della Lega Nord usa lo stesso hashtag del M5S e di Beppe Grillo. «Il fantasma Gentiloni come premier? Uno che ha ingoiato ogni idiozia imposta all'Italia. #voto subito». E affinché il messaggio arrivi chiaro e forte, Salvini ha lanciato una «due giorni» per il 17 e il 18 dicembre. Intanto si rifiuta di prendere parte alle consultazioni di Gentiloni: «Non abbiamo tempo da perdere in inutili consultazioni. L'unica risposta che vogliamo ascoltare è la fissazione della data per le elezioni politiche».

Il 22 gennaio, invece, toccherà a Giorgia Meloni radunare Fratelli d'Italia in piazza per farsi sentire. La leader Fdi è più che mai furiosa per la salita al Colle di Gentiloni per formare il nuovo governo, anche se oggi sarà con una delegazione dal presidente del Consiglio incaricato per le consultazioni avviate con le forze parlamentari. «Tutto cambia perché nulla cambi. Siamo passati dal governo del burattino delle lobby, al governo del burattino del burattino delle lobby. Se il Pd pensa di trascinarci a fine legislatura con il quarto esecutivo non scelto dagli elettori, sappia che il 22 gennaio troverà in piazza tutti gli italiani che ancora credono che la sovranità appartiene al popolo e rivendicano il loro diritto a votare e decidere», scrive su Facebook. Il presidente di Fratelli d'Italia vuole le elezioni entro marzo, oppure sarà mobilitazione. D'accordo sull'urgenza di tornare alle urne e sulla necessità di scendere in piazza è Ignazio La Russa, deputato FdI, perplesso dall'assenza di ogni riferimento ai tempi della nuova legge elettorale dal discorso di Gentiloni.

Quello di Lega e Fratelli d'Italia è un no deciso e compatto al nuovo premier, che si aggiunge a quello dei grillini. Salvini ritiene che gli sviluppi della crisi abbiano dell' «incredibile». Il perché il leader della Lega lo spiega su Facebook, con il garbo che lo contraddistingue: «Domenica scorsa 32 milioni di italiani hanno votato per scegliere la loro Costituzione e la maggioranza ha bocciato Renzi. Oggi il Pd, Mattarella e Napolitano si inventano il quarto premier non eletto da nessuno, la fotocopia sfigata e inutile di Renzi. Questi ci prendono per il c..o! Noi non ci arrendiamo, daremo battaglia a questa cricca». Barbara Saltamartini, vicecapogruppo alla Camera della Lega Nord-Ncs, dubita che ci sia stato un cambio effettivo a Palazzo Chigi e anche lei sollecita le elezioni. «Gentiloni sta a Renzi come Ambra stava a Boncompagni, eterodiretto via auricolare», twitta. Per il vicesegretario federale della Lega Nord, Lorenzo Fontana, «ancora una volta cambia tutto per non cambiare niente: Renzi esce da palazzo Chigi e ci rientra sotto mentite spoglie».

Durissimo anche il capogruppo della Lega a Montecitorio Massimiliano Fedriga, che se la prende con quelle che ritiene le bugie di Renzi: «Doveva lasciare la politica e invece rimane segretario Pd, doveva lasciare palazzo Chigi e ci mette invece un suo uomo, così lui potrà continuare a gestire potere e poltrone».

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