I camper. Le tende. Le facce di centinaia di ragazzi che lo acclamano. «Salvini, Salvini». Il leader scalda il sacro prato di Pontida, quello del giuramento contro Federico Barbarossa, in vista della grande manifestazione di oggi. Tira fendenti all'Europa, il segretario della Lega, e nello stesso tempo prova a spegnere l'incendio che lui stesso appicca, mostrandosi sempre perfettamente allineato con Giorgia Meloni.
«Giorgia sta facendo miracoli», spiega il vicepremier che però oggi parlerà dal palco con Marine Le Pen, il simbolo di una destra destra che mette in crisi schemi e alleanze. Basta confrontare le agende della Meloni e di Salvini per capire la direzione di marcia dei due partiti più importanti della coalizione di governo: lei sarà a Lampedusa con Ursula von der Leyen, nel tentativo di portare le istituzioni nel punto in cui arrivano fra drammi e tragedie migliaia di migranti, in una specie di catena di montaggio della disperazione. Lui sarà sull'erba ad arringare amici e militanti - che si spera saranno numerosissimi, forse venti o trenta mila - e a lanciare moniti a Bruxelles dove tutti si girano dall'altra parte.
Potrebbe anche essere un gioco di sponda fra le diverse anime della coalizione, ma ha tutta l'aria di una volata lanciata in vista delle Europee, dove la Lega cercherà di non rimanere schiacciata sotto il peso di Fratelli d'Italia.
È la Lega di lotta e di governo ma più di lotta, almeno in queste ore. «Giorgia sta facendo miracoli - spiega il ministro delle Infrastrutture alla platea della Lega giovani - . A livello internazionale era ed è difficile farli, a livello locale ovviamente dobbiamo attrezzarci, perché se francesi e tedeschi e il governo europeo si voltano dall'altra parte, noi abbiamo il diritto e il dovere di proteggere i nostri confini e i nostri cittadini, quindi che Giorgia sia a Lampedusa e che io accolga Marine Le Pen è assolutamente parte dello stesso obiettivo».
Insomma, il tentativo è quello di tenere insieme tutto e tutti, ma è un esercizio acrobatico, come dimostra il gelo degli alleati che hanno registrato con disappunto domenica l'intervista al Giornale in cui Salvini annunciava l'arrivo di Le Pen a Pontida.
La destra europea è divisa in tre famiglie, ma i moderati, a cominciare da Forza Italia, non ne vogliono sapere di presentarsi con i francesi di Le Pen e i tedeschi di Alternative for Deutchland. E però l'intesa che sembrava profilarsi all'orizzonte con i popolari pare essersi dissolta prima ancora di nascere e c'è ancora la concreta possibilità che i giochi siano fatti da popolari e socialisti.
Salvini non accetta questo schema e gioca la sua partita: «Il centrodestra ha scelto di essere unito in Italia. Per le Europee sarebbe delittuoso perdere l'occasione di portare per la prima volta nella storia il centrodestra unito a vincere in Europa». Senza scomuniche reciproche e veti. «Faccio e farò di tutto per mandare a casa socialisti e comunisti in Europa».
L'Europa che è stata latitante in queste settimane di passione alla frontiera del continente: «Sicuramente l'Europa è stata in questi mesi assente, distratta, lontana, sorda e arrogante. Noi abbiamo un'altra idea di Europa e domani (oggi per chi legge, ndr.) Marine Le Pen verrà qui a raccontare l'altra idea di Europa che abbiamo».
La Lega riafferma così la sua identità anche se poi il leader cerca di contenere e ridimensionare lo
strappo: «Sui migranti c'è totale sintonia nel Governo».Un passo avanti e uno di lato. Oggi la prova di forza con Marine a fianco. Accolta con un videomessaggio in francese, realizzato grazie all'intelligenza artificiale.
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