Oggi Salvini spiegherà meglio ai suoi l'idea di una federazione di centrodestra, lanciata ieri sul Giornale e discussa con Berlusconi incontrato ieri per un paio d'ore ad Arcore. Oltre a questo, nel consiglio federale convocato oggi pomeriggio in via Bellerio, il tema sarà l'azione di governo, ovvero per la Lega come ottenere risultati concreti sui temi che interessano l'elettorato di centrodestra (bollette, tasse, lavoro, immigrazione) e non farsi schiacciare da Pd e M5s, rischiando di arrivare alle prossime elezioni tra un anno senza aver portato a casa nulla. Salvini ha chiesto un incontro a Draghi, sa che il prezzo che pagherà per essere stato in un governo considerato troppo a sinistra sarebbe molto alto per la Lega (a tutto vantaggio di Fdi ovviamente), per cui punta ad incidere di più sull'esecutivo (ieri infatti ha annunciato un emendamento al Dl Sostegni sulla cessione del credito, perché «va bene prevenire le frodi ma senza penalizzare famiglie e imprese che stanno facendo ristrutturazione edilizia»).
Insieme ai suoi colonnelli e ai governatori verrà analizzato anche il voto del Quirinale, un bilancio sugli errori commessi e sulle molte incomprensioni con gli alleati. Il clima nella Lega è piuttosto caldo, su due fronti. Quello dei fedelissimi di Salvini, avvelenati con i centristi di Toti e con la Meloni, accusata di aver giocato una partita per sé sulla pelle di Salvini, che ha messo la faccia sulla vicenda del Quirinale, uscendone ammaccato. E poi le lamentele che agitano il partito in queste ore, con messaggi molto duri che arrivano dai militanti ed elettori, a cui riesce poco comprensibile che la Lega abbia voluto il Mattarella bis.
Sul primo fronte basta leggere la nota dei due capigruppo, Molinari e Romeo, per farsi un'idea. Molto bene l'idea della federazione, scrivono, «ma senza trasformisti dell'ultim'ora ed estremisti legati a ideologie sconfitte dalla storia che antepongono vittorie di Pirro al bene comune solamente per sollevare ulteriori tensioni». Il primo, un riferimento a quelli di Toti (e anche ad alcuni forzisti) che hanno sabotato la Casellati. Mentre il secondo è una frecciata a Fdi. L'acredine verso il governatore ligure è dichiarata. «Ci ha pugnalato alla schiena - dice il commissario ligure della Lega, Edoardo Rixi - Siamo allibiti, non ci fidiamo più». La Lega minaccia la sfiducia a Toti chiedendo una verifica di maggioranza in Regione.
Il progetto della federazione, in cantiere da mesi, è tornato improvvisamente a interessare Salvini da un lato perché è un modo per far fuori i «traditori», dall'altro per rivendicare la sua leadership rispetto alla Meloni che nei giorni scorsi ha evocato una «rifondazione del centrodestra», intestandosi il progetto. Un contenitore, sul modello dei Partito Repubblicano americano, da presentare alle prossime elezioni. «Oggi lanceremo una proposta per rilanciare il centrodestra, bisogna ripartire da un concetto di condivisione permanente. Ci siamo resi conto che nelle partite importanti non si può essere sotto ricatto di gruppi sparuti» dice Rixi.
Il Capitano ha bisogno di uno scatto perché lo scontento nel suo partito monta da mesi ed è schizzato con la vicenda del Quirinale, considerata un fallimento. Dal Piemonte alla Lombardia al Veneto, arrivano voci molto critiche su Salvini e sui suoi fedelissimi. E il rimprovero di dare poco ascolto ai suoi governatori e a Giorgetti. L'ala «governista» della Lega.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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