Lega Nord nel caos. In Veneto, per lo meno. Il sindaco di Verona Flavio Tosi le sta tentando tutte per consegnare la Regione ad Alessandra Moretti, candidata alle regionali per il Partito democratico. Da un po' di settimane a questa parte il primo cittadino si è infatti messo di traverso alla ricandidatura del governatore uscente: punterebbe a correre da solo imbarcando gli alfaniani dell'Ncd in chiave anti leghista. "Forse non è chiaro che cosa stiamo facendo: qui stiamo preparando il dopo Renzi - tuona il leader del Carroccio Matteo Salvini - ma c’è un dirigente che fa finta di niente. Questo non è accettabile".
Un derby interno alla Lega Nord, dunque. Una sfida fratricida che rischia di spianare la strada al candidato del centrosinistra. Il problema difficilmente sarà sanato. Perché qui, oltre alla rivalità personale tra Salvini e Tosi e tra Tosi e Zaia, la questione è soprattutto politica. Il segretario non vuole più avere nulla a che fare con il ministro Angelino Alfano che non solo sta con Renzi, ma è il principale colpevole dell'emergenza immigrazione. Al sindaco di Verona, invece, non piace un partito schiacciato a destra, lepenista e fautore dell'uscita dall'euro. "Chiedete agli imprenditori del Nord - ha spiegato ieri in un'intervista alla Stampa - se vogliono tornare alla lira. E non capisco perché escludere Ncd, producendo una rottura pure con Berlusconi".
In una intervista al Corriere della Sera, Salvini risponde a tono a Tosi. Non gli lascia molto margine di manovra. Perché la base, i militanti leghisti, sono compatti col leader: mai accetterebbero un'alleanza con il Nuovo centrodestra. "Ciò che mi ha dato più fastidio - spiega Salvini - è che abbia detto che non sa se viene a Roma, alla grande manifestazione che stiamo organizzando per sabato prossimo. Ma come? In tanti perderanno la domenica di riposo e si alzeranno prima dell’alba". Perciò la presa in giro proprio non gli va giù: "Non è bello da un dirigente pagato. Vieni. Punto. Poi discutiamo della Regione". Nel momento in cui Tosi sceglie di polemizzare e mettere in difficoltà il suo governatore, allora proprio non va bene. Salvini lo ripete più volte: "Il governatore non è in discussione". Quindi l'avvertimento: "Avere dubbi è legittimo. Se uno non è convinto nel no all’euro, se uno non è convinto dell’alleanza con Marine Le Pen, va tutto bene. Se però io avessi avuto questi dubbi, beh non avrei triplicato i consensi della Lega". Salvini ripete il proprio "no" all'Ncd: "Per loro parlano i fatti: il governo Renzi-Alfano taglia al Veneto 300 milioni di euro e sono in arrivo altri 1.500 immigrati. E noi che cosa dovremmo dire all’operaio di Marghera o all’artigiano di Vicenza?".
Tosi, però, va avanti per la propria strada, ignora le critiche Salvini e conferma che la presenza alla manifestazione di sabato dipenderà dagli impegni che ha come sindaco di Verona. "Io non sono pagato dalla Lega - fa notare - il mio unico stipendio è quello di sindaco". Una rispostaccia che non fa altro che allargare il piano dello scontro. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni fa quadrato attorno a Zaia.
"Non può mettersi contro Zaia - avverte - questo sarebbe un errore gravissimo per lui e per la Lega". Lo stesso fa il sindaco di Padova Massimo Bitonci: "Chi si candida contro Zaia è contro il Veneto, danneggia i veneti e favorisce la sinistra".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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